Il reddito di cittadinanza comincia ad assumere una forma più dettagliata, tanto che il decreto attuativo della misura dovrebbe essere approvato entro la metà del mese.

Assodato che il tetto massimo dell’assegno che verrà erogato sarà pari questo importo potrà subire delle riduzioni in base ad una serie di requisiti stringenti che sono stati introdotti per contenere la portata della misura e non gravare sui conti pubblici.

Anzitutto occorre rientrare nel limite di reddito ISEE pari a 9.360 euro annui

Bisogna, inoltre, considerare il limite di reddito familiare che non può essere superiore a 6.000 euro in caso il percettore dell’assegno sia un single, cui si possono aggiungere ulteriori 2.400 euro per i figli maggiorenni e 1.200 euro per quelli minorenni entro un massimo di 12.600 euro.

Ulteriori limiti sono i seguenti importi massimi:

  • 30.000 euro per quanto riguarda il patrimonio immobiliare, esclusa la prima casa;
  • 6.000 euro per il patrimonio mobiliare che può aumentare di euro 2.000 per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo, fino ad un massimo di 10.000 euro, e di 5.000 euro per ogni componente con disabilità.

Come detto l’importo dì 780 euro rappresenta la cifra massima che il beneficiario potrà ricevere a titolo di reddito di cittadinanza qualora le sue risorse reddituali risultino pari a zero. Nell’ipotesi in cui lo stesso sia proprietario di casa, questo importo si riduce di 280 euro, con un importo realmente percepito di 500 euro.

Non si potrà accedere al beneficio in caso di possesso di un’automobile con cilindrata superiore ai 1.600 cc o una moto superiore a 250 cc. Analogo divieto per le auto immatricolate nei sei mesi antecedenti alla richiesta del reddito di cittadinanza.

Inoltre, non potranno beneficiare della misura gli intestatari a qualunque titolo o aventi piena disponibilità di navi e imbarcazioni da diporto. Sono altresì esclusi i soggetti che si trovano in stato detentivo.

Chi ritiene essere in possesso di tutti i requisiti, a partire dal prossimo 1° marzo, dovrà presentare telematicamente la richiesta a Poste italiane che, a sua volta, trasmetterà il modello all’Inps per la verifica dei requisiti.

Il richiedente dovrà attendere l’esito che verrà comunicato tramite lettera da parte dell’Inps. In caso di risposta affermativa, l’istante potrà ritirare presso l’ufficio postale la card caricata con la somma spettante.

Ritirata la card, il beneficiario dovrà stipulare un patto di lavoro presso un centro per l’impiego o un’agenzia privata col quale si impegna a cercare attivamente un impiego.

Il reddito verrà erogato per 18 mensilità prorogabili di altri 18 mesi previa verifica della permanenza dei requisiti. Durante questo periodo, tuttavia, il beneficiario della misura non potrà rifiutare più di tre offerte lavorative che, in relazione alle mensilità di assegno ricevute; potranno riguardare impieghi distanti dalla propria abitazione anche oltre 250 chilometri.

Per conoscere la reale portata della misura non ci resta che attendere l’approvazione del testo definitivo.

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