E’ nata alla fine degli anni ’40, ha fatto il giro del mondo nel film Vacanze romane, guidata da Gregory Peck e Audrey Hepburn, è stata simbolo del design italiano ed è ancora qui.

Domenica 14 aprile si SAREBBE DOVUTA effettuare la terza edizione del raduno della Vespa a Omegna, organizzato da Samuele Rainoldi con il patrocinio dell’amministrazione e la collaborazione degli Gnomi del Mastrolino, l’associazione vincitrice della sfilata del Carnevale Omegnese 2019, ma A CAUSA DEL MALTEMPO E’ STATA ANNULLATA.

Ci sarebbe stato un giro turistico sulle due ruote con partenza intorno alle 11, dove i vespisti avrebbero transitato per Pettenasco, Orta, Gozzano, San Maurizio d’Opaglio, Pella, Cesara, Nonio, Brolo per tornare di nuovo al punto di partenza.

Il costo d’iscrizione all’evento era di 10 euro + 5 euro per passeggero aggiunto, comprensivo di aperitivo.

L’anno scorso all’evento presero parte 300 persone con circa 250 Vespe, i proventi saranno devoluti a Denise Cimino, che dalla nascita lotta contro la tetraparesi spastica distonica.

Incerte sono le origini del nome della città di Omegna, le testimonianze medievali citano Vemenia, e poi Vemegna, che rappresenta la forma più diffusa, ma non mancano le ipotesi di alcuni studiosi che vi hanno trovato il derivato del personale latino Viminea.

Un antico documento risalente al 1031 offre le prime notizie storiche certe sulla cittadina, mentre una bolla papale del 1133 conferma la presenza di una pieve nel territorio, allora un feudo dei conti di Castello, che dominavano le terre situate tra il lago d’Orta e il lago Maggiore.

Successivamente Omegna fu concessa ai signori di Crusinallo, un ramo degli antichi signori feudali, che nel 1221 cedettero al comune di Novara il pieno diritto sul territorio e i suoi statuti, emanati nell’anno 1394, sono ancora oggi conservati nell’archivio storico municipale.

Durante il periodo di dominazione viscontea la cittadina con Crusinallo e la Val Strona, fu donata ai Borromeo, costituendo parte di un grande feudo per lungo tempo di proprietà dell’illustre famiglia.

Tra le testimonianze storico-architettoniche ci sono la chiesa di Sant’Ambrogio, costruzione tardo-romanica a tre navate con cappelle laterali e un ossario, oggi la cappella della Madonna di Lourdes, la romanica chiesa di San Gaudenzio, con due navate absidate; il ponte antico, opera sforzesca costruita nel 1490, la porta romana del XIV secolo, le fortificazioni di difesa, complesse e solide, con capisaldi interni visibili sulle casseforti delle famiglie nobili, e il convento medievale delle monache umiliate di San Domenico, già documentato nel Trecento come ospedale.