La tradizione della dolce colomba pasquale cela storie, leggende e simbolismi tutti da scoprire.

Icona da sempre della Pasqua, la colomba simboleggia la pace, la salvezza e la resurrezione, ma è anche il tradizionale dolce che viene servito alla fine del pranzo del giorno della Resurrezione.  

Legate alla nascita di questo dolce due antiche leggende lombarde.

Nella prima si racconta di quando Alboino, il re dei Longobardi, entrò in Pavia subito dopo averla conquistata, ma il suo cavallo stramazzò al suolo, dove oggi si trova la via Alboino, nei pressi della porta San Giovanni.

Nel tentativo di placare il Re, un fornaio gli offrì un dolce appena sfornato dalla forma di una colomba, simbolo di pace, pregandolo di risparmiare la città. Il cavallo, come per miracolo, si rialzo in piedi e il Re proseguì il viaggio.

Il giorno seguente Alboino ricevette il tributo che gli doveva la città: denaro, gioielli e dodici fanciulle.

La più giovane delle fanciulle era Colomba, figlia del vecchio fornaio, che si dichiarò disposta a tutto pur di salvare la città dalla distruzione.

Alboino, ricordando il dono ricevuto, concesse la grazia e liberò le ragazze. Da allora la colomba divenne un dolce lombardo e prese il volo per il mondo.

La seconda, ambientata durante il regno longobardo del VI secolo, ha come protagonista San Colombano che, invitato dalla regina Teodolinda a un sontuoso banchetto, si sentì a disagio davanti a quella selvaggina servita durante il periodo di penitenza quaresimale.

Per non offendere la regina, il Santo decise di benedire la selvaggina in modo di renderla compatibile con la fede e, con un gesto della mano destra, fece un miracolo davanti a convitati e le succulente carni rosse si trasformarono in una serie di colombe pasquali, che da allora furono il simbolo della festa.

Ma la vera storia della colomba pasquale risale agli anni Trenta del Novecento ed è legata al personaggio di Dino Villani, una delle più grandi figure del mondo della pubblicità.

Da capostazione divenne pubblicitario grazie al suo talento nella pittura, fu un precursore di quella che sarebbe diventata la comunicazione integrata, grazie a un mix d’immagine, eventi, marketing e prodotto.

Lavorando come direttore della pubblicità per Motta dal 1934 al 1939, Villani non si limitò a ideare un logo che sintetizzava in una M il nome dell’azienda e il suo essere di Milano, ma pensò anche a come rendere più produttivo il business stagionale, che aveva il limite di lasciare a casa gli operai per buona parte dell’anno.

E cosi da una sua intuizione nacque la colomba pasquale, che permise di mantenere attivi gli stabilimenti di Viale Corsica anche dopo il Natale, utilizzando lo stesso impasto del panettone, ma per creare un nuovo dolce.

Dopo Motta ci furono tanti emuli, come Vergani, altra azienda milanese, che nel primo dopoguerra contribuì alla diffusione della colomba pasquale, oggi parte della storia italiana, tanto da essere collocata nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani stilato dal Ministero delle Politiche Agricole.