In questi giorni di festa uno dei monumenti più visitati e ammirati dai turisti.

Ne raccontiamo la storia anche in onore di San Marco che si festeggia proprio il 25 aprile.

Ricordo ancora quel giorno di qualche anno fa, quando in un giorno di maggio entrai nella Basilica, dopo una lunga coda. Ma ne valeva la pena, la maestosità, la bellezza, l’eleganza e allo stesso tempo quel senso di misticismo mi lasciarono senza fiato.

La storia, perché dietro a tutto questo c’è una storia, ricca di eventi drammatici e di rinascite, è davvero interessante.

La Basilica di San Marco è il cuore di Venezia, oltre ad essere la cattedrale della città dal 1807 e la sede del Patriarca, con una storia che inizia nell’ottocentoventotto quando l’undicesimo doge, Giustiniano Partecipazio, fece costruire una chiesa accanto al palazzo ducale, in onore di San Marco, in sostituzione della cappella palatina di San Teodoro.

Un incendio, provocato da alcuni rivoltosi nel 976, distrusse la costruzione, che nel 978 fu riedificata per volontà del doge, ma l’attuale basilica risale all’XI secolo, voluta dal doge Domenico Contarini nel 1063, poi continuata dal suo successore Domenico Selvo e terminata dal trentaduesimo doge Vitale Falier.

La basilica fu consacrata nel 1094 e nel 1231 venne danneggiata da un altro incendio, seguirono tutta una serie d’interventi per restaurare la struttura, poi nel XIII secolo fu costruito il nartece e furono innalzate le cupole, mentre nel XV secolo fu decorata la parte alta delle facciate.

Solo nel 1617 l’attuale basilica fu completata, quando furono collocati nel suo interno due altari.

Dallo stile romanico-bizantino e gotico, la facciata della basilica, realizzata in marmo nel XIII secolo, ha un piano terra che presenta cinque portali strombati e un piano superiore, nel quale si trova una terrazza.

Il portale centrale, dove compare il Giudizio universale, è quello maggiormente decorato, mentre il portale di Sant’Alipio, primo portale a sinistra, è l’unico con il mosaico originale, raffigurante l’ingresso del corpo di San Marco all’interno della basilica.

Al di sopra il portale centrale sono da vedere le copie dei quattro cavalli di bronzo presi a Costantinopoli dai Veneziani durante la IV crociata.

La basilica ha una pianta a croce greca, ma il braccio verticale della croce è più lungo di quello dei transetti e sopra la croce ci sono quattro cupole emisferiche e una centrale.

La cupola dell’Ascensione è al centro della chiesa, quella dei Profeti sopra il presbiterio, quella della Pentecoste in prossimità della navata, mentre la cupola di San Giovanni e di San Leonardo sono sul braccio nord e sul braccio sud del transetto.

Le navate sono tre per ogni braccio e sono separate da colonnati che si collegano ai pilastri, inoltre sia le pareti interne che quelle esterne sono molto sottili per non appesantire troppo l’intera struttura, che poggia su un terreno sabbioso.

L’altare non è al centro della croce greca, ma è posto sotto la cupola del presbiterio e custodisce i resti mortali di San Marco, mentre sotto il presbiterio c’è la cripta a tre navate absidate.

All’interno della basilica possiamo distinguere una zona terrena, con il pavimento e le pareti, in marmo, con disegni geometrici o figure di animali, ideata con le tecniche dell’opus sectile e dell’opus tessellatum, e una zona celeste, con le cupole e le volte, realizzata con tessere di vetro colorate.

Una parete divisoria, realizzata in marmo, separa il presbiterio dal resto dell’edificio sacro.

Molti sono i mosaici presenti, come quelli dell’abside che mostrano il Cristo Pantocratore e quelli dell’ingresso con gli Evangelisti, realizzati alla fine del XI secolo da mosaicisti greci.

La basilica custodisce opere d’immenso valore, come la Pala d’oro collocata sull’altare maggiore e il tesoro di San Marco, costituito da trecento pezzi realizzati in oro e materiali preziosi, in parte provenienti da Costantinopoli nel XIII secolo, in seguito alla conquista veneziana, oppure sono stati prodotti dagli artisti veneziani e infine alcuni sono i doni di personaggi illustri come i pontefici o gli stessi dogi.

La Pala d’oro, che contiene le reliquie di San Marco, venne fatta realizzare nel 1102 dal doge Ordelaffo Falier e nei secoli è stata modificata fino ad assumere l’attuale conformazione.