Un maniero imponente, circondato da un verde giardino, chiuso da un cancello, impreziosito da un museo della vita contadina allestito nelle sue adiacenze.

E’ il castello di Frascarolo, piccolo borgo della parte più meridionale della Lomellina, a brevissima distanza dalla riva sinistra del Po, in una posizione strategicamente rilevante, tra Valenza e rive del Po, Alessandrino e casalese.

L’edificio di dimensioni davvero importanti, è oggi di proprietà privata, il museo e il giardino vengono aperti in particolari occasioni, regalando ai visitatori davvero qualcosa di prezioso.

Il museo del contadino, che raccoglie oggetti e arnesi della vita quotidiana nei campi, è una storia che parla, qualcosa di tangibile da cui imparare.

Il giardino ampio, verde, ben tenuto è la cornice ideale di questo castello dalla storia, come molti altri della zona, legata alla vicenda dei Visconti.

L’intera Lomellina, infatti, divenne parte della signoria dei Visconti, con la conquista, completata nel 1323, da Marco Visconti.

Probabilmente è in questo momento storico che fu eretto il castello di Frascarolo, definito grande per distinguerlo da altri due fortilizi, andati distrutti nel corso delle precedenti guerre.

Ma nel 1404 i soldati di ventura di Facino Cane, condottiero pagato dai Visconti, rasero al suolo il castello, con altre fortificazioni lomelline, tra cui Pieve del Cairo e Olevano, assicurandosi come proprio feudo una vasta porzione di territorio comprendente Alessandria, Tortona e Novara.

Nel 1441 il castello di Frascarolo con quello che gli apparteneva venne infeudato ad Andrea Birago dal duca Filippo Maria Visconti e alla morte di questi, che non lasciò eredi diretti dei Visconti, la signoria passò agli Sforza.

Il paese, per la sua importanza strategica, divenne ancora una volta parte di sanguinose guerre per il possesso della zona, soprattutto per le mire espansionistiche dei duchi di Savoia, che tentarono di sottomettere tutta la Lomellina, mire che finirono con un trattato stipulato nel 30 agosto 1454 tra i Savoia, marchesi del Monferrato e gli Sforza, che rimasero signori del luogo fino al 1535.

Nel 1512, come ricorda una targa marmorea visibile sopra l’ingresso, il grande castello di Frascarolo fu ricostruito con le caratteristiche che conserva ancora oggi.

L’edificio passò tra numerose infeudazioni, come quelle dei Cairoli e dei Beretta, fino a quando la proprietà arrivò, verso la metà dell’Ottocento, alla famiglia Vochieri.

Nel 1882 ci furono le ultime ristrutturazioni del castello, eseguite su ordine dei proprietari dall’architetto vigevanese Luigi Vandone, che operò radicali trasformazioni sulla costruzione che fu convertita in un elegante complesso residenziale secondo gli stilemi neo-gotici e romantici allora in voga.

Le modifiche apportate dal Vandone all’impianto originario furono di grande impatto scenografico e si collocano bene non solo sulle sopravvissute strutture, ma anche nel contesto circostante, formando un complesso di ottimo gusto estetico e di notevole interesse architettonico.

Il Castello ha una pianta quadrilatera, con fossato intorno e quattro torrioni cilindrici sporgenti agli angoli, mentre il tessuto murario mostra evidenti ristrutturazioni ottocentesche che hanno interessato l’intero piano superiore della costruzione, originariamente poco sviluppata in altezza, le torri stesse evidenziano il sopralzo, visibile nel terzo superiore dei quattro corpi cilindrici.

L’ingresso all’antico maniero è ricavato al centro del fronte ovest, sovrastato da un massiccio torrione in forma di rivellino che supera per un piano l’altezza della cortina muraria.