Gignese è un delizioso borgo situato a 700 metri d’altitudine sul pendio che dal Mottarone conduce verso il Lago Maggiore, posto tra due torrenti, la Fiumetta o Grisana a Nord e lo Scoccia o Erno a sud.
Regala splendide viste sul lago Maggiore e sul Golfo Borromeo, alcune proprio da balconi naturali. Un centro situato sullo spartiacque naturale del Mottarone che divide il Verbano dal Cusio, e dai due laghi, percorso dalla “Strada delle due riviere”.
Dalla prima metà del 900′, la frazione l’Alpino è stato punto di riferimento privilegiato per la villeggiatura e il turismo dell’aristocrazia, della borghesia e di molti artisti che passavano qui lunghi periodi, trovando spesso l’ispirazione per le loro opere.
A Gignese e nelle sue frazioni erano habitué il regista Mario Monicelli, Valentina Cortese (stresiana), pittori come Carcano, musicisti come Toscanini e Arturo Benedetti Michelangeli.
La leggenda dice che il paese venne fondato dal genovese Genesio Dotti nel XII secolo, quando arrivò alla foce dell’Erno con la moglie e le tre figlie.
La realtà storica dice invece che il territorio, come per tutto il Lago Maggiore vede la presenza dell’uomo in tempi molto lontani. In località Lagoni presso la frazione di Mercurago sopra ad Arona, è stato rinvenuto un insediamento palafitticolo risalente all’età del bronzo (attivo dal XVIII al XIII secolo a.C.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, anche il territorio dell’attuale Gignese venne assoggettato al dominio dei Longobardi, essendo assegnato al ducato dell’Alto Novarese, avente un’alta valenza strategica per controllare tutti i traffici da Nord verso Sud con i valichi e i passaggi sul lago.
Un tempo l’’economia del paese era legata all’allevamento del bestiame, e alla coltivazione degli ulivi, della vite e non mancavano i castagni, che sono ancora oggi presenti.
Simboli della Gignese di oggi sono il Museo dell’Ombrello e del Parasole e il Giardino Botanico Alpinia, nati dall’intuizione dell’agronomo Igino Ambrosini.
Il Museo venne inaugurato nel 1939 e, dopo la seconda guerra mondiale, nel 1949 fu ristrutturato e ampliato.
Nel 1976, Eugenio Pattoni, Giuseppe Al lesina, Silvano e Giuseppe Ambrosini, Zaverio Guidetti e l’Associazione degli Ombrellai trasferirono il Museo nella sede attuale.
Il Museo è oggi una testimonianza dell’operosità e della tenacia degli ombrellai di ieri e di oggi che hanno avuto l’idea di creare e condurre un’impresa.
Gli ombrelli ideati dagli artigiani erano veri capolavori, creati usando bacchette e tessuti necessari per creare esemplari non solo belli ed eleganti, ma anche robusti e resistenti in maniera tale da riuscire ad affrontare anche le tempeste più terribili. Gli ombrellai del Cusio e dell’Ossola erano famosi in tutta Europa per la loro bravura e per la qualità dei manufatti.
Il Giardino Botanico Alpinia, ufficialmente fondato nel 1934 da Igino Ambrosini e Giuseppe Rossi, dal momento dell’inaugurazione, riceve gli apprezzamenti da naturalisti e botanici internazionali.
Collocato nella frazione Alpino del Comune di Stresa, si estende per circa quattro ettari sulla cima di un promontorio che sovrasta il Golfo Borromeo a 800 metri d’altezza, ospitante più di mille specie botaniche provenienti dalla fascia alpina e subalpina, nonché dal Caucaso, dalla Cina e dal Giappone.
Grazie alla posizione privilegiata, regala al visitatore una vista mozzafiato che spazia fino alle Alpi svizzere, permettendo di vedere tutto il ramo svizzero del lago Maggiore e le tre isole del golfo Borromeo: Isola Bella, Isola Madre, Isola dei Pescatori.
Negli anni Sessanta a Gignese furono girati due film, nel 1962 “Dal sabato al lunedì”, la prima e unica opera di fiction del documentarista Guido Guerrasio, con Marianne Hold, Geronimo Meynier e Sandro Panseri.
Mentre nel 1969 fu la volta della poco fortunata commedia nera “Toh, è morta la nonna” di Mario Monicelli, con Valentina Cortese, Riccardo Garrone, Carol Andrè, Sergio Tofano, Ray Lovelock e Wanda Capodaglio.
Film che ebbe come location la prestigiosa e spettacolare Villa Riva, situata nella località di Alpino, in via Mottino, e di proprietà di Felice Riva, noto per le vicende del cotonificio Vallesusa.
Una scelta non casuale, Monicelli era di casa da questi parti, e da sempre passava le vacanze sul lago Maggiore, dove il cugino, Alberto Mondadori, il famoso editore, aveva una villa a Meina.
Oggi Gignese guarda avanti, come ci ha dichiarato Carla Molinari, consigliere del Comune di Gignese e responsabile del Museo dell’ombrello:
“Stiamo sviluppando un piano di marketing territoriale che non ha l’obiettivo di veicolare il turismo da altre località verso di noi, bensì quello di offrire una serie di motivazioni che spingano i turisti a trascorrere del tempo a Gignese.”
Naturalmente anche quando non piove!