Il tè nero prodotto da Paolo Zacchera a Premosello, nel cuore del Verbano, si è aggiudicato l’oro al 2019 International Black Tea Tasting Competition, l’olimpiade per i migliori tè del mondo.  

Sono tre anni che il floricoltore ha avviato la produzione di un tè tutto italiano, biologico e a chilometro zero, nel territorio del parco nazionale della Val Grande.

Oggi 20.000 piantine fanno della piantagione di tè del Verbano, la più grande d’Europa, dopo quella delle Isole Azzorre.

E, a maggio 2019, dopo tre anni di attesa, c’è stato finalmente il primo raccolto.

Poi il professor Marco Bertona, novarese, tea taster professionista diplomato in Cina presso l’Università di Scienze Agrarie di Canton, direttore esecutivo dell’Associazione Italiana Tè & Infusi (AssoTè) e Delegato italiano presso il Gruppo Intergovernativo sul Tè della FAO, ha prodotto dalle foglie tre tipologie diverse di tè, un tè bianco, un tè verde e un tè nero.

Tutte e tre le tipologie sono lavorate a mano secondo i metodi tradizionali cinesi, avvalendosi di attrezzature per la lavorazione artigianale del tè giunte dalla Cina.

A ottobre 2019 i tè nero del Verbano, superata una selezione, è stato ammesso a una competizione internazionale di tè neri in Cina, patria del tè, il 2019 International Black Tea Tasting Competition”.

La competizione, organizzata dal Tea Industry Committee of China, un’agenzia legata al Ministero dell’Agricoltura Cinese, ha visto la partecipazione di aziende provenienti dai maggiori Paesi produttori di tè al mondo, per 104 tè in gara, con 72 cinesi e 32 di altri Paesi.

La giuria ha visto 15 esperti internazionali di tè sia dai Paesi produttori e da quelli consumatori, come: Cina, Taiwan, Sri Lanka, Corea, Malesia, Nepal, Vietnam, Kenia, USA, Danimarca, Australia, Russia.

Al termine di una lunga giornata di lavoro, tra assaggi, valutazioni organolettiche ed elaborazione delle migliaia di dati raccolti dalle schede dei giudici, il Tè Nero del Verbano, del maestro Bertona, ha vinto il Gold Award, il premio più prestigioso della categoria, sbaragliando candidati dei maggiori Paesi produttori di tè al mondo, quali Cina, Nepal, Kenia, Vietnam, Malesia, Corea, Tailandia, Turchia.

Il “Tè ossolano”, nasce da un’intuizione di Paolo Zacchera, dell’azienda leader in Europa nella produzione delle camelie. Non ci sono terreni agricoli vicino alle sponde del lago per coltivazione della piantagione del tè, così dopo anni di studio sono state scelte le sponde del Toce a Premosello.

Il progetto che sembrerebbe innovativo è in realtà con radici molto lontane. E’ nato infatti da uno studio effettuato negli anni ’30 del secolo scorso dall’Università di Pavia. Infatti, le caratteristiche del terreno acido e le condizioni climatiche del territorio del Verbano e delle sponde del Toce, nella sua parte finale sono ideali per la coltivazione delle camelie, e per le piante acidofile in generale come azalee, rododendri, pieris, corbezzolo, magnolie, aceri…

Che in questa parte di territorio abbondano e crescono rigogliose non solo nei vivai, ma abbellendo anche le case e le rive del lago Maggiore. La pianta del tè appartiene al genere Camellia sinensis un genere di piante della famiglia Theaceae.

Tutti i tipi di tè traggono origine dalla lavorazione delle foglie, dei germogli e di altre parti di questa pianta: soltanto i metodi di lavorazione differenziano le varie tipologie.

Nello studio degli anni Trenta dell’università di Pavia, si progettava una sperimentazione per impiantare la cultura del tè in quanto ritenuto il miglior luogo in Italia per avviare questa produzione in tempi di autarchia. Si partì con la sperimentazione, ma la guerra interruppe il progetto.

Da quando Zacchera lesse lo studio, s’interessò a questa possibile coltura nel VCO, e prese a viaggiare in Cina, Giappone e Turchia, India per visitare coltivazioni e approfondire le tecniche di lavorazione, incontrando esperti del settore.

Iniziò così le sperimentazioni per poter applicare le conoscenze acquisite alla realtà del territorio, forte già di un’esperienza nella coltivazione di piante del tè, destinata però ai giardini e parchi, perchè considerata una pianta esotica, decorativa con un fiore bianco.

Con questo premio si apre probabilmente una nuova possibile strada per una produzione del tè nel VCO, un modo per rivitalizzare il territorio in modo naturale, unendo la tradizione della coltura delle piante all’apertura di nuovi mercati e magari posti di lavoro.

E magari tra qualche anno vedremo le colline del Verbano, dell’Ossola, del Cusio e del Vergante, disegnate come i pittoreschi, tortuosi e spettacolari rilievi dove si coltiva il tè in India, Sri Lanka e Cina, rendendo il territorio ulteriormente attrattivo dal punto di visto turistico.