Il 5 febbraio del 1990, giusto trent’anni fa, veniva pubblicato il singolo Enjoy the silence (Goditi il silenzio) dei Depeche Mode. Un brano che anticipava di circa un mese l’uscita di Violator, l’album che, oltre alla già citata Enjoy the silence, conteneva altre hit come World In My Eyes, Policy Of Truth e Personal Jesus, consacrandoli definitamente al successo internazionale. 

Enjoy The Silence, fu subito un successo mondiale, nella prima settimana vendette più di un milione di copie. Divenne da subito uno dei brani essenziali dalla discografia e delle esibizioni dei Depeche Mode, permettendo poi a Violator di imporsi immediatamente sul mercato e di diventare uno dei loro album più venduti.

Martin Lee Gore, pensò la canzone, come un ballata lenta, in Do minore, dai toni magari un po’ cupi, suonata con l’organo. La versione demo, è reperibile in edizioni limitate del singolo (tra cui spicca quella in vinile 12″), suonata semplicemente con l’harmonium e cantata dallo stesso Gore.

La prima versione venne poi ribaltata durante le registrazioni da Alan Wilder (tastierista e coautore, uscito poi dai DM) che individuò in quella ballad, un potenziale successo, così, le diede una diversa struttura più cadenzata che si adattava perfettamente alla voce di David Gahan, che dà quel tocco in più, facendola diventare un pezzo pulsante, intenso e trascinante, trasformandola in quella hit che conosciamo tutti.

Pur uscito nel 1990, è considerato per appartenenza ancora al sound degli anni 80′, ma con lo scorrere degli anni, anzi ormai delle decadi, si è dimostrato un brano senza tempo.

Un brano must, nelle esibizioni dal vivo del gruppo, e tra le varie versioni, una delle migliori per fan e addetti ai lavori è quella al David Letterman show a New York l’11 marzo 2013.

Diverse le cover, meritano una menzione quella di Tori Amos, in una versione al pianoforte e quella dei milanesi Lacuna Coil in chiave gothic metal. Molti gruppi ne hanno fatto la loro versione, passando il brano chi in chiave alternative metal, chi più rock, folk oppure acustica.

Il successo si deve anche grazie all’iconico video del fotografo-regista olandese Anton Corbijn, da oltre 35 anni a fianco del gruppo.

Corbijn, catturò l’attenzione generale per la sua originalità e per quell’idea di fondo. Dave Gahan, travestito da re e con in mano una sdraio, con una chiara ispirazione a Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry, attraversa differenti luoghi; le Alpi svizzere, l’amena Balmoral in Scozia, nei pressi di una residenza privata della Regina, per chiudere in Portogallo.

In un mondo dove regna solo il rumore, il rumore continuo delle notizie e delle parole, forse la cosa migliore da fare è trovare un po’ di silenzio, in un angolo qualsiasi del mondo, per godersi il momento e ritrovare pace e serenità.

Questo era il pensiero di Corbijn, affidando a Dave Gahan al tempo riluttante,nell’ abbigliarsi da re con sdraio al seguito, in questo suggestivo video, dove un re che ha tutto, cerca solo un posto dove sedersi e godersi in totale solitudine la pace di un bosco, un lago o una montagna…

Il video non è solo uno dei più celebri del gruppo inglese, ma è considerato uno dei migliori videoclip di sempre, per la carica emotiva trasmessa da immagini e testo del brano. E pensare che l”idea fu inizialmente rifiutata dal gruppo, e venne girato un video, alternativo, sul tetto di una delle “torri gemelle” del World Trade Center di New York. Solo successivamente fu ripreso questo video.

Nel 2004 i Depeche Mode creano anche un’altra versione della canzone, più dance il cui video rappresenta un’invasione vegetale di un grattacielo moderno e si conclude con l’immagine animata di una rosa (la stessa rosa che si trova sulla copertina di Violator, album che contiene il pezzo) che si staglia sul tetto del palazzo mentre dai computer nelle stanze vengono trasmessi filmati della band live.

Nel 2008 i Coldplay si sono ispirati proprio alla clip di Corbjin per la realizzazione di uno dei due video relativi al singolo Viva la vida: anche qui il frontman Chris Martin, vestito da re, si muove in vari luoghi, tra cui una città in miniatura.