Firmato il 20 febbraio da Trenord un accordo con Hyperloop per lo studio di un treno in galleria a 600 km/h.

Il futuro è qui, forse anche più incredibile della fortunata serie di Ritorno al futuro. “Hyperloop”, concepito da Elon Musk, fondatore di Tesla, è un treno a levitazione magnetica passiva “a capsule” sparato in un tubo alla velocità di un aereo. Una fantasia degna di Jules Verne che potrà (forse) diventare realtà, in un futuro ancora imprecisabile, ma che sembra essere vicino.

Il primo passo di questa novità così futuristica, è stato compiuto ieri con la firma dell’accordo tra Hyperloop Italia e Ferrovie Nord Milano (controllata dalla Regione Lombardia) per uno studio d’ingegneria e di fattibilità su tempi e costi della durata di sei mesi: entro l’autunno dunque, si saprà se si potrà procedere su questa strada così sorprendente e innovativa.

L’obiettivo fissato è quello di studiare i vantaggi riguardo la diminuzione delle tempistiche di trasporto ferroviario tradizionali che, secondo una prima ipotesi, potrebbero passare dagli attuali 43 minuti a 10 minuti. Saranno anche approfonditi i consumi energetici legati al nuovo sistema e i costi connessi all’intera operazione. I termini dell’intesa tra Fnm e Hyperloop Italia sono contenuti in una lettera d’intenti che le parti sottoscriveranno.

La Lombardia in quest’avventura è prima in Italia e, come sottolinea il presidente di Fnm Andrea Gibelli, dimostra la sua sensibilità per la ricerca di nuove forme di mobilità, sostenibili e a impatto zero, esplorando “un’infrastruttura intelligente che raggruppa tutti i progressi scientifici della tecnologia”, come l’ha definita il fondatore di Hyperloop Italia, Bibop Gresta. Nel 2016 avevano annunciato la propria collaborazione al progetto anche le Ferrovie dello Stato.

Un’opportunità non per la Lombardia e per l’Italia, quella di entrare a far parte, da protagonista, di un network che unisce università, imprese, ricercatori e ingegneri di tutto il mondo che stanno studiando le innovazioni legate alla tecnologia del vuoto. Questo significa sviluppare la cultura dei distretti tecnologici aperti e delle piattaforme su cui chiunque può dare un contributo di esperienza.

Per Bibop Gresta, co-fondatore di HyperloopTT – Fondatore Hyperloop Italia: “Entriamo nella quarta rivoluzione industriale e la porta viene aperta da qui, dalla Lombardia, la prima regione economica italiana. Il decennio 2020-2030 porterà l’uomo verso nuovi modelli economici, sociali e industriali. I cambiamenti climatici richiedono il passaggio immediato verso un modello economico basato su sistemi resilienti e sostenibili. Questa transizione dell’umanità sarà qualcosa di straordinario, paragonabile solo al passaggio dall’agricoltura alla società industriale. Hyperloop è un’infrastruttura intelligente e sostenibile che raggruppa tutti i progressi scientifici della tecnologia esponenziale. E’ ideata come un’enorme infrastruttura a energia rinnovabile, una rete di comunicazione a banda larga e un sistema di trasporto efficiente”.

Hyperloop  non sarà come conosciamo attualmente il treno, ma una successione di singole “capsule” (o pod come vengono chiamati questi vagoni speciali) da 40-50 posti al massimo, per 32 metri di lunghezza: i primi prototipi sono in sperimentazione a Tolosa. Questi moduli viaggeranno in un tunnel, a pochi minuti l’uno dall’altro e ciascuno sarà preceduto da un grande ventilatore, al quale sarà affidato il compito di creare il vuoto: così che la capsula, procedendo sottovuoto, su un cuscino d’aria, non sarà rallentata dall’attrito e potrà essere molto più veloce.

Il sistema sfrutta la cosiddetta levitazione magnetica passiva: con questo sistema, il pod viaggia letteralmente sospeso sul “binario”. La tecnologia è stata ideata per la prima volta da Richard Post, fisico, che nella sua vita ha collaborato con Albert Einstein.

La levitazione magnetica (già utilizzata in Cina, Giappone e altrove, ma non sottovuoto) per sfruttare la forza di attrazione e di repulsione delle calamite. Anche 600 chilometri l’ora è una bella velocità se un aereo al decollo stacca dalla pista a 400.

Le capsule, come proiettili, saranno lanciate in un tubo sopraelevato su una struttura di cemento o interrato come una metropolitana: una piccola galleria sottovuoto. La struttura ospiterà la produzione di energia solare e geotermica superiore del 3% a quella consumata. Per quanto sembri pura fantascienza, tutto è a portata di mano: i primi prototipi nel mondo dovrebbero viaggiare già nel 2025 e già si lavora a tratte dimostrative: una ad Abu Dhabi. Nel 2050 il sistema potrebbe essere realtà: non più alta velocità, ma altissima.