Scrittore, sceneggiatore e giornalista, Ennio Flaiano fu un brillante umorista, critico teatrale e cinematografico.

Flaiano nacque a Pescara il 5 marzo 1910, la sua infanzia fu caratterizzata da continui spostamenti tra Pescara, Camerino, Senigallia, Fermo e Chieti.

Giunse a Roma a cavallo tra il 1921 e il 1922, dove s’iscrisse alla facoltà di architettura, ma non completò il percorso universitario.

All’inizio degli anni Trenta Flaiano conobbe Mario Pannunzio e iniziò a collaborare per le riviste Oggi, Il Mondo e Quadrivio.

Sposò nel 1940 Rosetta Rota, sorella del musicista Nino Rota e due anni più tardi nacque la figlia Lelè, che dopo pochi mesi iniziò a manifestare i primi segni di una gravissima forma di encefalopatia.

Nel 1943 Flaiano cominciò a lavorare per il cinema assieme a registi come Federico Fellini, Alessandro Blasetti, Mario Monicelli, Michelangelo Antonioni e altri, con film come Roma città libera (1948), Guardie e ladri (1951), La romana (1954), Peccato che sia una canaglia (1955), La notte (1961), Fantasmi a Roma (1961), La decima vittima (1965), La cagna (1972) I vitelloni (1953), La strada (1954), Le notti di Cabiria (1957), La dolce vita (1960) e 8 e mezzo (1963).

Lo scrittore nel 1947 pubblicò Tempo di uccidere sulla sua esperienza in Etiopia, per cui vinse il primo Premio Strega.

Ma Flaiano è legato a doppio filo a Roma, amata ma anche odiata, come testimone delle evoluzioni e degli stravolgimenti urbanistici, dei vizi e delle virtù dei cittadini romani, tra i suoi cantieri, i locali della Dolce Vita e le trafficate strade.

La sua produzione narrativa è percorsa da una forte vena satirica e un senso del grottesco, dove stigmatizza gli aspetti paradossali della realtà contemporanea e a lui si deve l’introduzione nella lingua italiana del detto Saltare sul carro del vincitore.

Dopo essere stato colpito nel 1971 da un primo infarto, Flaiano iniziò a rimettere ordine tra le sue carte, per pubblicare una raccolta dei suoi appunti sparsi, simbolo della sua instancabile vena creativa.

Lo scrittore dal 1972 pubblicò sul Corriere della Sera alcuni brani autobiografici, ma il 20 novembre dello stesso anno, mentre era in clinica per alcuni accertamenti, fu colpito da un secondo infarto che stronca la sua vita.

Oggi la sua tomba si trova nel cimitero di Maccarese, vicino a Roma.

A Ennio Flaiano vennero negli anni dedicati un monumento all’ingresso del centro storico di Pescara, e il più importante concorso, che dal 1974 si svolge a Pescara, per soggettisti e sceneggiatori del cinema.