Spirito libero, Neri Pozza da patriota seppe diventare, con l’omonima casa editrice, il simbolo dell’Italia pronta a ricominciare dopo la seconda guerra mondiale.

Neri Pozza nacque a Vicenza il 5 agosto 1912, primogenito di Ugo, scultore, e Redenta Volpe, impiegata di una sartoria vicentina.

Due fatti segnarono precocemente la sua vita, la guerra e il prematuro abbandono della scuola per insofferenza alla disciplina didattica, che lo spinse a scegliere una formazione artistico – artigianale.

Pozza, dopo l’apprendistato presso i Murat, intagliatori in legno di Vicenza, nel 1936 completò un triennio di perfezionamento presso la locale scuola d’arte e mestieri in cui il padre era docente.

Nel 1935 l’editore iniziò a incidere a punta secca e dal 1948 vi si dedicò con continuità, con anni ben trenta personali d’incisioni, sempre dedicate alle visioni silenziose di Vicenza, la città simbolo della sua vita.

Alla fine degli anni Trenta Pozza iniziò a collaborare con la rivista milanese Corrente, di matrice antifascista, con i suoi amici, il farmacista Carlo Crico, Torquato Fraccon e suo figlio Francoil pittore Italo Valenti e il poeta Antonio Barolini, l’insegnante e futuro partigiano Antonio Giuriolo, Michele Benetazzo, compagno di studi di Giuriolo, e molti altri intellettuali.

Le simpatie per la Resistenza, il Comitato di liberazione nazionale e il Partito d’azione costarono all’editore due detenzioni, nel gennaio-marzo 1944 e fra dicembre 1944 e febbraio 1945, per aver dato una mano alla propaganda antifascista di Barolini, allora direttore del Giornale di Vicenza.

Nell’immediato dopoguerra Pozza si dedicò completamente all’attività editoriale e nel 1946 nacque la casa editrice Neri Pozza con sede a Venezia.

Lì l’editore aveva conosciuto l’anno prima la scrittrice Lea Quaretti, sua compagna per tutta la vita, che lo introdusse a nuove conoscenze e che lo affiancò nella realizzazione di molti progetti editoriali.

Dagli anni Cinquanta Neri Pozza avviò nella sua casa editore una serie d’importanti collane, tre di poesia in cui accanto a Eugenio Montale, Mario Luzi e Andrea Zanzotto proponeva giovani talenti come Fernando Bandini e una di narratori italiani contemporanei, con scrittori affermati come Carlo Emilio Gadda e Dino Buzzati ed esordienti come Goffredo Parise, oltre alla collana Tradizione americana diretta da Agostino Lombardo fra il 1964 e il 1968 dove presentò autori come Thoreau, Emerson, Melville, Twain, James, Hawthorne.

Dagli anni Sessanta la casa editrice dovette ridurre la produzione di romanzi e poesia, allora parte di poche grandi case editrici, così Neri Pozza si dedicò alla produzione di lavori sull’arte e cultura veneta, con cataloghi di esposizioni temporanee e di collezioni permanenti di musei e istituti culturali, come Raccolte d’arte, Grafica veneta e Cataloghi di mostre.

Vicenza e le sue espressioni artistiche continuarono a essere protagoniste di numerose iniziative editoriali di Pozzi, da Le Opere pubbliche e i palazzi privati di Andrea Palladio meticolosamente curati da Giangiorgio Zorzi (1964-1965), all’antologia Scrittori di Vicenza curata da Lea Quaretti (1974), fino alla Storia di Vicenza (1987-1991) e alla monumentale Storia della cultura veneta, (1976-1987) che rimase l’eredità più alta del suo impegno editoriale, uno strumento imprescindibile sulla cultura italiana ed europea dal punto di vista del Veneto.

Neri Pozza morì a Vicenza il 6 novembre 1988.