Mai come in questo giorno, le parole del Presidente Sandro Pertini suonano attuali.

“Io credo nel popolo italiano. È un popolo generoso, laborioso, non chiede che lavoro, una casa e di poter curare la salute dei suoi cari. Non chiede quindi il paradiso in terra. Chiede quello che dovrebbe avere ogni popolo”.

È giusto quindi ricordarci l’origine di questo importante giorno, che nasce in un periodo di significative e frequenti manifestazioni per i diritti degli operai delle fabbriche durante la Rivoluzione industriale negli Stati Uniti d’America, guidate dall’Associazione dell’Ordine dei Cavalieri del Lavoro americani, i Knights of Labor.

La prima legge delle 8 ore lavorative giornaliere fu approvata nel 1866 a Chicago in Illinois ed entrò in vigore soltanto l’anno dopo, il 1º maggio 1867, giorno nel quale fu organizzata un’importante manifestazione, con almeno diecimila partecipanti.

La notizia giunse anche in Europa, dove nei primi giorni di settembre 1864 nacque la “Prima Internazionale” a Londra, molto vicina ai primi movimenti socialisti e marxisti dell’epoca.

La conquista delle otto ore lavorative, iniziata il 1º maggio 1867 soltanto nello stato dell’Illinois, ebbe una successiva espansione lenta e graduale in tutto il territorio statunitense.

Nel 1887, l’allora presidente degli Stati Uniti d’America, Grover Cleveland, ritenne che il giorno 1º maggio avrebbe potuto costituire un’opportunità per commemorare i sanguinosi episodi di Chicago. Successivamente, temendo che la commemorazione potesse rafforzare eccessivamente il nascente socialismo, spostò l’oggetto della festività sull’antica Organizzazione dei Cavalieri del Lavoro.

In Italia, appena si diffuse la notizia dell’assassinio degli esponenti anarchici di Chicago nel 1888, il popolo livornese si rivoltò prima contro le navi statunitensi ancorate nel porto, e poi contro la Questura della stessa città, dove si diceva che si fosse rifugiato il console degli Stati Uniti.

Soltanto dopo decenni di battaglie operaie e lotte sindacali, le otto ore lavorative verranno dichiarate legali soltanto con il Regio decreto legge n. 692 del 1923.

Dal 1990, i sindacati confederali CGIL, CISL e UIL, in collaborazione con il comune di Roma, hanno istituito un grande concerto per celebrare il primo maggio, rivolto soprattutto ai giovani: la manifestazione si tiene a Roma, in piazza di San Giovanni in Laterano, dal pomeriggio alla notte, con la partecipazione di molti gruppi musicali e cantanti, ed è seguita da centinaia di migliaia di persone, oltre a essere trasmessa in diretta televisiva dalla Rai.

Oggi più che mai, dunque, si riscopre il vero valore del lavoro.

Un lavoro da poter svolgere in serenità e sicurezza ma che al momento purtroppo non possono essere del tutto garantite perché non si conosce a fondo il comportamento del Coronavirus Covid-19

E così vanno in fumo (e non quello dei Barbeque) tutte le iniziative che per tradizione sono legate a tale ricorrenza, pensiamo appunto ai ritrovi tra amici e parenti, alle strette di mano, gli abbracci, sedersi attorno a un tavolo in un giorno che è sempre stato di serenità, felicità, convivialità…

L’unico a festeggiare, per il momento, è proprio il Coronavirus Covid-19, che per natura virale si è propagato in quasi ogni parte del Mondo, come a unire gli esseri umani (e in parte anche animali) che troveranno, tutti assieme, sia come curarsi dal Covid-19 che prevenire il prossimo infausto Covid-20