It’s was fiftyfive years ago today… Era infatti il 24 giugno 1965, quando i Beatles si esibirono al Vigorelli di Milano, primo concerto di un breve tour che li avrebbe poi visti toccare Genova e Roma. Quella dei Fab4 fu la prima e ultima tournèe in Italia, una sorta di toccata e fuga di quattro giorni. Per i loro concerti italiani, i Beatles vennero ingaggiati dall’impresario Leo Wachter e nel contratto erano previsti un concerto pomeridiano e uno serale a Milano, Genova (Palasport) il 26 giugno e Roma il 27 e 28 al Teatro Adriano.

Arrivarono in treno alla Stazione centrale di Milano la notte del 23 giugno con il mitico Trans Europ Express, proveniente da Lione, dove avevano suonato la sera precedente. La beatlemania, è scoppiata in tutto il mondo, ma in Italia, non è ancora attecchita completamente, c’è molta attesa tra i ragazzi più informati sulle nuove tendenze d’oltremanica, anche se non si riscontrano le scene d’isteria collettiva come in altre nazioni. Mentre tra giornalisti e Rai Tv, è quasi una gara a snobbarli e a sminuirli. A seguirli da Torino a Milano c’è però Natalia Aspesi, che scriverà per Il Giorno un reportage sul loro viaggio in Italia.

Per motivi di sicurezza e per ovviare all’assalto dei fans il treno fu “dirottato” dal previsto binario 16 su un altro molto più a lato della stazione. Quando il gruppo scese, trovò ad attenderli uno schieramento di poliziotti, con gran parte dei fans rimasti sul binario indicato, qualcuno invece era in attesa fuori dalla stazione. E qui i più fortunati, si racconta che riuscirono quasi a toccare i Fab4, circondando le quattro Alfa Romeo 2600 “spider” noleggiate appositamente per loro. Ad accoglierli e a fare da anfitrione il giornalista, scrittore e poi conduttore televisivo Gianni Minà, molto in voga negli anni 70 e 80 che li accompagnerà in tutte le tappe italiane. I Beatles arrivarono all’Hotel Duomo in via San Raffaele, dove apprezzarono molto gli spaghetti.

Verso mezzogiorno del 24 giugno, in una giornata caldissima, tengono l’attesa conferenza stampa dove, però il loro umorismo tipicamente british, non è apprezzato completamente.

Di seguito la classica session fotografica, prevista quando il gruppo suonava in una città della tournée. Lo shooting fotografico si tenne sul terrazzo più alto dell’albergo con il Duomo di Milano, e le sue guglie a fare da sfondo. Per i fans italiani dei Beatles ma non solo, sono delle vere proprio foto iconiche, che ancora oggi sembrano fermare il tempo.

Alle 16 è previsto il primo concerto al Vigorelli, storico velodromo milanese che aveva visto tra i tanti eventi, le imprese di Fausto Coppi, l’arrivo di molte corse ed incontri di pugilato.

E’ una giornata estiva nel senso più pieno della parola, cielo terso, sole e caldo molto caldo con circa 37 gradi. Un concerto che vede i prezzi dei biglietti oscillare da 750 a 3.000 lire, quando un giornale ne costava 50, un caffè 60, la benzina era a 120 lire al litro e per comprare un disco ne occorrevano 1.800. A condurre lo spettacolo doveva essere inizialmente l’istrionico Walter Chiari, ma poi l’incarico è venne girato a Lucio Flauto, amico stretto di Chiari, al tempo con tanta gavetta di avanspettacolo, in seguito pioniere delle emittenti private degli anni 70′ e 80′. La spalla femminile era la ventiseienne Rossella Como, attrice di teatro che aveva girato anche 8 e mezzo con Fellini. Nota poi al grande pubblico per essere la madre snob romana di Christian De Sica, in Vacanze di Natale, dei fratelli Vanzina.

Prima che i Beatles suonino sul palco, si alternano diversi cantanti “beat” e “urlatori” italiani. Peppino di Capri con i suoi Rockers, Fausto Leali con i Novelty, i “Giovani Giovani”, Guidone con la cantante Angela e i New Dada del milanese Maurizio Arcieri che poi troverà nuova vita musicale tra la fine degli anni 70′ e i primi anni 80′ con i Krisma sull’onda del punk e della new-vave.

Quando i Fab salgono sul palco, il caldo è torrido, il pubblico non è quello delle grandi occasioni, ci sono circa 7000 spettatori, tra questi moltissimi adolescenti e uno stuolo di forze dell’ordine tra Carabinieri, poliziotti e pompieri.

L’entusiasmo si alza improvvisamente, nonostante il caldo torrido, i quattro sono nei loro classici completi giacca e pantaloni alla “beatle”. John Lennon calca anche il caratteristico cappellino blu, alla marinara che rimarrà uno dei simboli di quel concerto milanese e dell’intera tournée. Paul McCartney intrattiene il pubblico con qualche parola in italiano poi il via con l’indiavolata Twist and shout, il primo brano suonato dai Beatles in Italia. Un concerto che dura circa una quarantina di minuti con una dozzina di brani, praticamente sparati uno dietro l’altro.

Terminata l’esibizione, il quartetto torna velocemente in albergo, per rigenerarsi e preparasi al bis delle 21. Al concerto serale al Vigorelli gli spettatori sono quasi triplicati 19.000 contro i 7000 del pomeriggio, pubblico più “maturo” di quello precedente. Atmosfera decisamente più calda, primo brano del serale è ancora Twist and shout, e dopo circa 40 minuti si chiude con Long Tall Sally cover di Little Richard, nel mezzo quelli che sono già alcuni classici del tempo dei Fab, come She’s a Woman, Can’t Buy Me Love, I Wanna Be Your Man, A Hard Day’s Night, I Feel Fine, Ticket to Ride.

Al termine del concerto nuovo ritorno all’Hotel Duomo e cena a base dei sempre più apprezzati spaghetti, annaffiati da Coca-Cola. A notte inoltrata i Beatles uscirono accompagnati a fare due passi in Piazza Duomo ed entrarono nello storico locale Charlie Max, poco distante. Quella sera si esibiscono Le Ombre, complesso veneziano beat che poi diventerà uno dei più importanti della musica prog italiana. I Fab entusiasti rimangono lì fino alle cinque del mattino, trovando all’uscita anche qualche assonnato fans in attesa di vederli e magari toccarli.

In tarda mattinata poi prenderanno l’autostrada per Genova per la seconda tappa della tournée italiana.

I concerti del Vigorelli fruttarono ai Beatles una cifra importante per il tempo 58 milioni di lire. L’impresario Leo Wachter decise di devolvere 750.000 Lire in beneficenza, tra diversi enti milanesi.

Del doppio concerto milanese al Vigorelli non c’è traccia visiva ufficiale, in quanto la Rai non solo non mandò le telecamere a seguire l’evento ma sostenne apertamente la propria assenza asserendo “questi qua, tra sei mesi sono finiti”. Esistono solo tracce amatoriali a 16mm, tra questi alcuni girati da Peppino di Capri.

Al velodromo Vigorelli di Milano, si trova una targa che ricorda lo storico evento.