Dopo Caravaggio, il Seicento napoletano nelle collezioni di Palazzo Pretorio e della Fondazione De Vito, è la mostra organizzata dal Comune di Prato, in collaborazione con la Fondazione De Vito, in programma al Museo di Palazzo Pretorio fino al 6 gennaio 2021

L’intento di questa mostra è quello di valorizzare le opere del Museo di Palazzo Pretorio e della Fondazione De Vito, le cui raccolte mostrano l’interesse per il naturalismo della pittura napoletana del Seicento, che permettono di ripercorrere lo sviluppo successivo alla presenza a Napoli del Caravaggio, attraverso le tele di pittori tra i più significativi, da Battistello a Nicola Malinconico.

Tali opere, oltre a rappresentare un collezionismo già attento agli esiti della pittura del Seicento, tracciano una sequenza cronologica che va dagli inizi del naturalismo, determinato dalla presenza a Napoli del Merisi tra il 1606 e il 1607 e poi tra il 1609 e il 1610, alla pittura della fine del secolo sulla scia di Luca Giordano.

La ricostruzione delle vicende storiche, e dell’interesse del collezionismo pratese per la pittura napoletana, sono uno dei principali contributi critici alla mostra.

Particolarmente intrigante appare lo studio degli esempi pratesi con le opere degli stessi artisti o del medesimo ambito presenti nella collezione della Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito per la Storia dell’Arte Moderna a Napoli, che ha sede sulle colline intorno a Firenze, nella villa di Olmo a Vaglia.

Formatasi dagli anni Settanta del secolo scorso grazie a Giuseppe De Vito, la raccolta, di grande valore artistico e storico, è una delle più significative collezioni private di pittura napoletana del Seicento, lasciata in eredità alla Fondazione da lui costituita nel 2011 per favorire gli studi sulla storia dell’arte moderna a Napoli.

In essa figurano dipinti significativi di autori come Giovan Battista Caracciolo, detto Battistello, Jusepe de Ribera, il Maestro dell’Annuncio ai pastori, Giovanni Ricca, Francesco Fracanzano, Massimo Stanzione, Bernardo Cavallino, Andrea Vaccaro, Antonio De Bellis, Giovanni Battista Spinelli, Paolo Finoglio, Pacecco De Rosa, Carlo Coppola, Domenico Gargiulo, Nunzio Rossi, Luca Giordano, Mattia Preti, con quelli degli specialisti nelle battaglie come Aniello Falcone e Andrea De Lione, e della natura morta, quali Luca Forte, Giuseppe e Giovanni Battista Recco, Giuseppe e Giovanni Battista Ruoppolo e Paolo Porpora.

Caratteristica della collezione è l’alta qualità delle opere, rappresentative del filone del naturalismo napoletano del Seicento di origine caravaggesca.

Solo alcuni di questi dipinti sono stati presentati in mostre importanti a cui De Vito aveva collaborato, come quella del 1982 Paintings in Naples 1606-1705 from Caravaggio to Luca Giordano, nelle sedi di Londra, Washington, Parigi, Torino e quella del 1984-85 Civiltà del Seicento a Napoli, nel Museo di Capodimonte, mentre la collezione nei suoi nuclei principali non è mai stata esposta al pubblico.

Il percorso dell’esposizione si articola intorno ai dipinti di Palazzo Pretorio, in dialogo con quelli della collezione De Vito, secondo una sequenza cronologica che consente l’indicazione di legami e corrispondenze tematiche.