Il 15 agosto di cinquantatré anni fa ci lasciava uno dei pittori simbolo del surrealismo…

René François Magritte nacque a Lessines, in Belgio, il 21 novembre 1898, primogenito di un mercante, spesso impegnato in lunghi viaggi per il mondo.

Nel 1912, la madre del pittore, Adeline, si suicidò gettandosi nel fiume Sambre a Châtelet e venne ritrovata con la testa avvolta in una camicia da notte.

Magritte non aveva ancora 14 anni e questo particolare compare nei dipinti, come L’istoire centrale e Les amants.

A Charleroi, dove la famiglia si è, trasferì dopo la tragedia, Renè cominciò a maturare un forte interesse per la pittura.

Nel 1916 si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Bruxelles, appassionandosi al futurismo e, nel 1919, espose la sua prima tela, Trois Femmes.

I primi passi da pittore Magritte li mosse tra le avanguardie del Novecento, con forti influenze dal cubismo e dal futurismo, ma il lavoro che svolse nei primi anni fu quello come grafico di design per carta da parati.

Nel 1922 sposò Georgette Berger e l’anno dopo vendette il suo primo dipinto, il ritratto della cantante Evelyn Brélin.

La visione di un quadro di De Chirico portò Magritte verso il Surrealismo e, nel 1925, mentre lavorava a vari progetti pubblicitari, aderì al gruppo surrealista di Bruxelles, composto da Camille Goemans, Marcel Lecomte e Paul Nougé.

Il primo quadro surrealista di Magritte è Le Jockey perdu, con un sipario che incornicia un fantino a cavallo in una statica corsa, tra una foresta ricca di birilli rivestiti di spartiti musicali, diventati alberi.

Nel 1926 Magritte frequentò André Breton, leader del movimento surrealista e, l’anno dopo tenne la sua prima mostra personale presso la galleria Le Centaure di Bruxelles, con ben sessantuno opere, poi si trasferì con la moglie a Perreux-sur-Marne, nei pressi di Parigi, oltre ad affinare la sua tecnica, utilizzando accostamenti inconsueti e proporzioni irreali.

Il pittore espose a Parigi, a New York e a Bruxelles prima di arrivare a Londra, nel 1937, dove dipinse alcune grandi tele per il collezionista Edward James. poi nel 1940, si trasferì con la moglie nel sud della Francia, a Carcassonne, oltre a ideare un nuovo stile pittorico, detto solare, che porta avanti fino al 1947.

Il messaggio che il surrealista Magritte vuole trasmettere è il non-senso, l’irrazionalità, il mistero.

Dopo il Surrealismo, Magritte approdò nel secondo dopoguerra al periodo Vache, una parodia del fauvismo e nel 1954 ci fu un’importante retrospettiva a Bruxelles con novantatré opere che sottolineavano la prolificità del pittore.

Negli ultimi anni della sua vita Magritte arrivò a Ischia e Roma, oltre a viaggiare fra Cannes, Montecatini e Milano.

Il pittore morì il 15 agosto 1967 a Bruxelles, lasciando tantissime opere d’arte da interpretare, per sentire ancora oggi il silenzio del mondo nei suoi quadri-visione.