Cesare Marchi, scrittore e giornalista, non fu solo una penna raffinatissima, ma anche un ottimo narratore sulla Rai degli anni Ottanta…

Nato a Villafranca di Verona il 22 agosto 1922 Marchi, dopo la laurea in Lettere all’Università di Padova, lavorò come insegnante alle scuole medie, oltre ad essere un collaboratore  prima de L’Arena di Verona, poi de Il Giornale ai tempi della direzione di Indro Montanelli.

Con il suo stile umoristico e satirico fu uno degli autori nella Compagnia di Rivista villafranchese L’Aurora, ma anche uno stimato saggista.

I suoi libri più noti furono Impariamo l’italiano, dove attaccò la burocrazia del linguaggio con la storia delle regole della lingua italiana, allo scopo di semplificare l’apprendimento di alcune sottigliezze grammaticali difficili ai più e dimostrando che il modo corretto di esprimersi è l’esatto contrario del linguaggio politico e burocratico, e Siamo tutti latinisti, dove analizzò tutti i modi di dire derivati dal latino, con un sintetico commento storico, bibliografico e grammaticale.

Per la Rai degli anni Ottanta Marchi fu una presenza costante nella trasmissione Almanacco del giorno dopo, con le sue lezioni sulla lingua.

In Grandi peccatori grandi cattedrali del 1987, Marchi raccontò un Medioevo di santi e peccatori, e nel 1989, in Quando eravamo povera gente, le storie della vita di un paese dove ancora si attingeva l’acqua al pozzo e si mangiava carne solo la domenica, seguito lo stesso anno da Non siamo più povera gente.

Buon mangiatore e gran bevitore, esperto del tortellino veneto, appassionato di bianco di Custoza, Marchi ebbe un posto speciale nel suo cuore per Valeggio, un paesino di pochi abitanti ma con trenta ristoranti, dove teneva battaglie mangerecce con chi andava da lui per chiedergli un articolo o di un libro.

La passione per la tavola gli ispirò uno dei suoi ultimi successi, Quando siamo a tavola, un viaggio dalla cucina del papa descritta dal poeta Belli, fino a come mangiavano Talleyrand e Rossini, quali dolci piacevano a Cartesio e come pranzava il Re Sole.

Marchi, nonostante tutto, continuò a vivere a Villafranca, mentre la Rai lo invitava a numerose trasmissioni televisive e gli editori se lo contendevano.

Indro Montanelli arrivò a rimproverare il suo amico, durante le vacanze invernali passate insieme con lui ed Enzo Biagi a Cortina d’Ampezzo, dato che riteneva che il suo vivere in provincia ne ostacolasse la carriera.

Quando il 7 gennaio 1992 Marchi morì a Villafranca, il giorno dei funerali Montanelli rese tributo alla memoria dell’amico nel paese da cui questi non volle mai andarsene.