Uno spirito libero come quello della sua Grecia, terra amata per tutta la vita…

Nikos Kazantzakis nacque a Heraklion, nell’isola di Creta, il 18 febbraio 1883, in un periodo caratterizzato da frequenti sommosse della popolazione locale per conquistare l’indipendenza dall’Impero Ottomano e conseguentemente raggiungere l’unione con la Grecia.

Lo scrittore, nel 1902, si trasferì ad Atene, dove studiò legge, e successivamente, nel 1907, a Parigi, dove seguì alcune lezioni di Bergson e viene a contatto con la filosofia di Nietzsche, da cui fu fortemente influenzato.

Nel 1910, dopo gli studi parigini, scrisse la tragedia Il capomastro, basata su un racconto popolare greco.

Tornato in patria, lavorò alla traduzione di opere filosofiche e, nel 1911 sposò la scrittrice Galatea Alexiou da cui divorzierà nel 1926.

Nel 1914 divenne amico di Angelos Sikelianos, poeta e drammaturgo, con cui visitò i monasteri del Monte Athos e diverse altre regioni della Grecia e nel 1919, in qualità di direttore generale del ministero per gli affari sociali, organizzò il trasferimento delle popolazioni greche originarie del Ponto, dal Caucaso in Macedonia e Tracia a seguito della Rivoluzione Russa del 1917.

Da questo momento in poi Kazantzakis viaggiò a Parigi, a Berlino, in Italia, in Unione Sovietica come corrispondente di un quotidiano ateniese, in Spagna e Italia dove intervistò Miguel Primo de Rivera e Benito Mussolini, in Cipro, Egitto, sul Monte Sinai, in Cecoslovacchia e di nuovo in Russia e in Francia.

L’opera centrale della produzione di Kazantzakis è il poema Odissea, in 24 canti per un totale di 33333 versi, pubblicato nel 1938 ma frutto di sette diverse stesure durante quattordici anni di lavoro.

A causa della mole e della difficoltà linguistica del testo non esiste una traduzione italiana dell’Odissea, di cui esiste una versione in inglese, che ebbe l’apprezzamento dello stesso Kazantzakis, e una in tedesco.

Durante la guerra lo scrittore visse sull’isola di Egina e nel 1945 sposò Elena Samiou, sua compagna da molti anni.

Nel 1946 fu ministro dell’educazione senza portafoglio del governo Sofoulis ma, per le mutate condizioni politiche, lasciò la Grecia per non farvi più ritorno e si stabilì in Francia, ad Antibes.

Nel dopoguerra pubblicò le sue opere più famose, come Zorba il Greco (1946), Cristo di nuovo in croce (1948), Capitan Michele (1950), L’ultima tentazione (1951), pubblicato prima in Germania a causa della difficoltà a trovare un editore in Grecia, Il poverello di Dio, sulla vita di Francesco d’Assisi.

Nel 1957, nonostante la leucemia diagnosticata qualche anno prima, lo scrittore fece un nuovo viaggio in Cina e Giappone ma fu costretto a tornare in Europa, dapprima a Copenaghen, poi a Friburgo in Brisgovia dove morì il 26 ottobre, all’età di settantaquattro anni.

Sulla sua tomba a Heraklion l’epitaffio dice “Non spero nulla. Non temo nulla. Sono libero”.