Gorizia Gorica scaled 1

Una canzone, dalla vita travagliata, che racconta il lato poco noto della prima guerra mondiale…

O Gorizia tu sei maledetta è una canzone sulla guerra, simbolo della tradizione anarchica e antimilitarista, al punto che la leggenda racconta che chi veniva sorpreso a cantare questa canzone durante la guerra era accusato di disfattismo e poteva persino essere fucilato.

La versione originale della canzone venne raccolta da Cesare Bermani, a Novara, da un testimone che l’aveva ascoltata dai fanti che conquistarono Gorizia il 10 agosto 1916.

Nel maggio 1915 l’Italia dopo lunghe esitazioni decise di entrare in guerra al fianco degli alleati e il generale Cadorna mantenne una posizione difensiva sulle montagne del Trentino ma cominciò una lunga serie di attacchi lungo il fiume Isonzo.

Un inverno particolarmente rigido fece cessare provvisoriamente le ostilità ma nel marzo 1916 gli italiani lanciarono una nuova offensiva e in maggio furono gli austroungarici a contrattaccare, raggiungendo Vicenza e Venezia.

Il 4 agosto gli italiani lanciarono una nuova offensiva e avanzarono verso Gorizia, piccola città slovena dell’impero, che era una tappa obbligata per conquistare Trieste, importante porto austroungarico e città strategica.

Gorizia viene conquistata l’8 agosto 1916, ed è in questa occasione che fu composta questa celebre e dolente canzone antimilitarista.

Un anno dopo l’ultima offensiva italiana venne polverizzata da un brutale attacco congiunto degli austriaci e degli alleati tedeschi a Caporetto, e le truppe italiane furono costrette a indietreggiare di ben 100 km lungo il Piave e Gorizia fu riconquistata solo nel novembre 1918.

Nel 1964 la canzone fu presentata al Festival dei Due Mondi di Spoleto dal Nuovo Canzoniere Italiano nello spettacolo Bella ciao, suscitando l’ira dei benpensanti.

Quando Michele L. Straniero e Fausto Amodei iniziarono a cantare Gorizia ci fu una serie d’incidenti in sala, poi la destra cercò di impedire le rappresentazioni, infine Straniero, Leydi, Crivelli e Bosio furono denunciati per vilipendio delle forze armate.

La strofa Traditori signori ufficiali non è presente in tutte le versioni ed è stata aggiunta in seguito, poiché proviene da O Venezia, sulla cui melodia, perfettamente adattabile, viene a volte cantata anche O Gorizia.

Oltre alle formule provenienti dalle canzoni O Venezia e Addio padre e madre, il testo di O Gorizia prende spunto anche dai versi di un canto guerrafondaio del 1912, Canto di un eroe ferito ovvero lo squillo della vittoria, dimostrando come la poesia popolare sappia utilizzare testi di segno opposto.

Da ricordare la bellissima esecuzione, per la voce femminile di Cristina Alioto, da parte del gruppo Les Anarchistes nell’album Figli di origine oscura (2003), quella di Suso nell’album Danni Collaterali, edito dal Manifesto e anche quella di Anna Oxa.

La versione più classica per voce femminile è quella di Sandra Mantovani e nello spettacolo riedizione di Bella Ciao 50 anni dopo è cantata da Lucilla Galeazzi, mentre Giovanna Marini ha curato una versione corale con il coro della Scuola popolare di musica di Testaccio.