vini

Una filiera da oltre 40 miliardi l’anno ancora penalizzata.

Il nuovo DPCM (quello del 3 novembre 2020), che inasprisce ulteriormente le restrizioni, rischia seriamente di dare il colpo finale ad un comparto già prostrato nell’anno peggiore di sempre.

Le nuove norme che limitano ulteriormente gli spostamenti e rendono ancora più problematica l’apertura dei pubblici esercizi, al di là dei colori abbinati alle diverse regioni, si concentrano ancora una volta su settori produttivi ben precisi.

“La perenne incertezza che accomuna cittadini ed aziende aumenta il disagio a tutti i livelli” dichiara Sandro Boscaini, Presidente di Federvini.

“Il nuovo lock-down a macchia di leopardo provocherà un impatto sulle nostre aziende ancora più devastante. Un esempio per tutti: avevamo ipotizzato una riduzione intorno al 30% del fatturato delle nostre aziende nel fuori casa – bar, ristoranti, locali, alberghi – sul 2020.

Questa cifra oggi andrà rivista in modo deciso verso l’alto con pesanti ripercussioni sugli investimenti e sui contributi fiscali allo Stato per il 2021”.

Le principali filiere dell’agroalimentare italiano, con un valore di 40 miliardi di euro, non possono pagare un conto così salato.

Federvini – Federazione Italiana Industriali Produttori, Esportatori ed Importatori di Vini, Acquaviti, Liquori, Sciroppi, Aceti ed Affini – nasce nel 1917, aderisce a Federalimentare e Confindustria, ha un’ampissima rappresentanza dei produttori di vini, liquori, acquaviti e aceti e di Aceto Balsamico di Modena IGP.

Scopi della Federazione sono la tutela degli interessi e l’assistenza della categoria in tutte le sedi istituzionali, nazionali, comunitarie ed internazionali.