san martino

L’11 novembre è il giorno dove si ricorda San Martino, che unisce la liturgia cristiana alla tradizione contadina legata all’apertura delle botti di vino novello e alla buona tavola.

Ma San Martino è un santo molto amato in tanti paesi e cittadine d’Italia, tanto che Giosuè Carducci s’ispirò a questa data per comporre una delle sue poesie più celebri, San Martino.

Vescovo cristiano che visse nel IV secolo d.C., Martino di Tours era nato in Pannonia, una regione dell’Impero Romano che oggi corrisponde all’Ungheria, ed era il figlio di un veterano di guerra che lo spinse ad arruolarsi come soldato scelto una volta raggiunta l’età giusta.

Come membro dell’esercito Romano, Martino arrivò in Gallia e lì avvenne il miracolo che gli cambiò l’esistenza.

Secondo la leggenda infatti, durante una ronda a cavallo, Martino notò un mendicante male in arnese che tremava per il freddo e, mosso a pietà, tagliò il suo mantello militare a metà e lo condivise con il pover’uomo.

Quella stessa notte gli comparve in sogno Gesù Cristo e Martino, che era pagano, intraprese il cammino della Fede e divenne cristiano a tutti gli effetti.

Dopo vent’anni passati a servire l’Impero, Martino decise di lasciare l’esercito e dedicarsi alla vita monastica, viaggiò in lungo e in largo per convertire i pagani e aiutare il culto cattolico, soprattutto nelle campagne, per le quali il santo ebbe sempre un occhio di riguardo.

Martino divenne il vescovo di Tours nel 371 d.C, anche se molto non erano d’accordo per le sue origini plebee, ma fece costruire monasteri, curò le anime dei fedeli e, secondo la tradizione cristiana, compì diversi miracoli che gli valsero la santificazione.

San Martino morì l’8 novembre 397 d.C, ma il funerale venne celebrato tre giorni dopo e la sua festa cade proprio in quel giorno, l’11 novembre.

Proprio per la sua vita tra le campagne e i ceti più bassi, il culto di San Martino è legato a riti e usanze della tradizione contadina, che avvengono in un periodo di gran fermento per il mondo campestre.

In questi giorni nei vigneti si aprono le botti per i primi assaggi del vino novello e un tempo era pratica comune rinnovare i contratti agricoli e tenere grandi fiere di bestiame.

L’11 novembre è anche il giorno dell’Estate di San Martino, poiché di solito in quella settimana l’autunno si fa più mite e non è raro incontrare giornate soleggiate.

Ma la festa di San Martino è anche un momento per celebrare i frutti della terra e l’abbondanza del buon cibo, in particolare in un paese con una variegata tradizione culinaria come l’Italia.

Si mangiano carne alla brace e caldarroste ad Ascoli, pittule e vino nel salentino e biscotti tipici a Palermo, ma l’oca è una delle pietanze più diffuse sulla tavola.

Si dice infatti che quando Martino fu acclamato dal popolo come nuovo vescovo questi, che desiderava rimanere un semplice monaco, si nascose in un tugurio di campagna, ma a smascherarlo fu il gran rumore provocato dalle oche che scorrazzavano per l’aia e quindi il santo, scoperto dai paesani, dovette accettare l’incarico.

La festa è particolarmente sentita a Venezia e dintorni dove, oltre a messe e riti religiosi, si preparano i dolcetti di San Martino, biscotti di pasta frolla con la figura del santo a cavallo e armato di spada.