Il piatto simbolo della festa che conduce al Natale negli Stati Uniti…

Nonostante la Festa del Ringraziamento sia una celebrazione laica per gli americani, le sue origini sono in realtà d’ispirazione religiosa, grazie ai Padri Pellegrini calvinisti d’Inghilterra che, essendo perseguitati, decisero di fuggire nel Nuovo Mondo, dove avrebbero fondato il New England.

Arrivati sul posto, i coloni conobbero i nativi americani che aiutarono i membri del Mayflower, composto da 102 emigranti, di cui purtroppo molti morirono nel viaggio e altri per le cattive condizioni climatiche ritrovate sulla terraferma in un ambiente diverso da quello europeo, che era alle soglie dell’inverno, dove, con i semi portati dalla madrepatria, i frutti dei campi non riuscivano a maturare.

Vedendo la situazione i nativi americani spiegarono ai forestieri quali allevamenti e vegetali potevano avere successo, suggerendo granoturco e tacchini.

Grazie a quei consigli, l’anno seguente i raccolti furono abbondanti e i Pellegrini rimasti decisero di celebrare una festa per ringraziare Dio e invitarono anche quel popolo che li aveva aiutati a sopravvivere.

Fu il primo presidente degli Stati Uniti d’America, George Washington a proclamare il Thanksgiving Day per tutti gli Stati della Confederazione come un giorno di festa nel 1789, ma la notizia non fu ben accolta da tutti.

Nella prima metà del XIX secolo il Thanksgiving Day divenne parte della cultura e della società americana, festeggiato da ricchi e dal popolino, riunendo una popolazione molto particolare come quella americana.

Cuore della festa è il leggendario tacchino ripieno, di cui esistono le ricette più disparate.

Per una buona ricetta servono un tacchino di 5 kg, 1,5 kg di castagne, 800 grammi di pane raffermo, 150 grammi di burro, una cipolla, un gambo di sedano, un limone, 2 bicchieri di vino bianco, 4 rametti di rosmarino, un ciuffo di prezzemolo, un cucchiaino di maggiorana, un cucchiaino di timo e olio, sale, pepe quanto basta.

Mentre si fanno bollire le castagne per circa 45 minuti, si deve pulire e lavare il tacchino, in precedenza eviscerato, poi lo si asciuga e si strofina con metà limone, attendendo il momento della cottura e della farcitura.

Una volta cotte, le castagne devono essere sbucciate sia esternamente che internamente dalla pellicola marroncina, poi devono essere spezzettate in una ciotola.

Subito dopo si comincia la cottura degli altri ingredienti del ripieno, sciogliendo del burro in una padella per poi unire cipolla e sedano, puliti e tritati, aggiungendo un bicchiere di vino da far evaporare durante la cottura.

A parte si taglia il pane raffermo a dadini che, insieme alle castagne, al prezzemolo, al timo, alla maggiorana e a sale e pepe, verrà unito al composto in padella, mescolando tutto per circa 5 minuti, infine si utilizza il composto ottenuto per riempire il tacchino e l’apertura viene chiusa con lo spago da cucina.

Anche la carne esterna del tacchino va salata e pepata e con dello spago vi si devono fissare i rametti di rosmarino, che sono stati ben lavati, e si sistema il tutto su una grande teglia, ricoprendolo con una garza da cucina impregnata di olio, poi s’inforna il tacchino a 180°C e lo si lascia cuocere per un’oretta.

Dopo la prima cottura si aggiunge il restante bicchiere di vino bianco e s’informa nuovamente il tacchino per circa due ore e mezza, sempre bagnandolo regolarmente con il liquido di cottura.

Poi si elimina la garza e lo si cuoce per un’ultima ventina di minuti, lasciandolo raffreddare prima di servire in tavola.

Le interiora del tacchino non vanno buttate, ma servono per preparare una salsa molto apprezzata nota come Gravy, composta dal liquido di cottura del tacchino, interiora dell’animale, verdure, brodo di tacchino e farina o amido di mais.