Luigi Bertelli, noto come Vamba, è conosciuto in tutto il mondo per la figura del monello Gian Burrasca…

Nato il 19 marzo 1858 a Firenze, Bertelli studiò alle Scuole pie fiorentine dei padri scolopi, dove, con i compagni di scuola Guido Berti e Memo Dolfi, scrisse un giornalino, Il Lumaca, dal tono antiaustriaco.

Per un breve periodo lavorò alle Ferrovie Meridionali, poi collaborò con il Fanfulla e venne assunto, a Roma, come redattore del Capitan Fracassa, dove cominciò a usare lo pseudonimo Vamba, dal nome del buffone di Ivanhoe, il celebre romanzo storico di Walter Scott, e pubblicò nel 1887 Il Barbabianca, raccolta di testi satirici e di caricature di Agostino Depretis, uomo politico e presidente del Consiglio noto per essere stato l’inventore del trasformismo.

Cominciò a collaborare inoltre con il Carro di Tespi (1889-1891) di Edoardo Boutet, un settimanale di critica teatrale e, rientrato a Firenze, pubblicò tra la fine del 1890 e la fine del 1892 il settimanale L’O di Giotto.

Intorno al 1892 Vamba divenne il responsabile del Folchetto, edito a Roma in via del Tritone Nuovo 197, un quotidiano politico e di costume illustrato, venduto in tutta Italia a 5 centesimi.

Nel 1895 pubblicò Ciondolino, la storia di un bambino che diventa una formichina, un testo educativo e didattico ma non per questo noioso, illustrato da Carlo Chiostri.

Lo scrittore nel 1898 scrisse un testo di satira politica, L’onorevole Qualunqui e i suoi ultimi diciotto mesi di vita parlamentare, ma continuava a coltivare il sogno di una pubblicazione innovativa nel panorama dei giornali per bambini.

Vamba il 24 giugno 1906 pubblicò per Bemporad il primo numero de Il giornalino della domenica che in 55 puntate, tra il 7 febbraio 1907 e il 17 maggio 1908, ospitò Il giornalino di Gian Burrasca, edito dalla Bemporad & Figlio in volume nel 1915 e poi ristampato moltissime volte.

Il romanzo narra le avventure di Giannino Stoppani, ribelle ad accettare le tradizionali norme di comportamento, a capire la vita politica e sociale dei grandi, dalla vena conformista, contraddittoria e insincera.

Nel periodico di Vamba collaborarono, tra gli altri, Giuseppe Fanciulli, con il Libro dei perché, Ermenegildo Pistelli, con le pìstole d’Omero, e anche Edmondo De Amicis, Giovanni Pascoli, Emilio Salgari, Luigi Capuana, Ugo Ojetti, Renato Fucini, mentre gli illustratori erano Scarpelli, Tofano, Bernardini, Anichini e tanti altri.

Vamba pubblicò nel 1906 il libro in versi La storia di un naso seguito nel 1914 da Le scene comiche (cinematografo poetico), illustrato da Scarpelli e Finozzi, e I bimbi d’Italia si chiaman Balilla, dedicato ai fratelli Giacomo e Augusto, figli del bibliotecario Salomone Morpurgo, che gli avevano ispirato una rilettura del Risorgimento attraverso la partecipazione di bambini e ragazzi.

In seguito lo scrittore riprese a pubblicare testi d’impegno satirico politico collaborando a Il bruscolo, bollettino del partito repubblicano fiorentino, diretto da Giuseppe Fantechi e pubblicato presso la tipografia Lastrucci di Firenze a partire dal novembre 1910.

Vamba mori il 27 novembre 1920 ed è sepolto nel cimitero di San Miniato, a Firenze.