ACPerugia

Una squadra che ha visto nomi come Renato Curi e Paolo Rossi…

L’AC Perugia nacque nel 1905 dalla collaborazione tra la società ginnica Libertas e l’US Braccio Fortebraccio e, a partire dal 1907, partecipò ai campionati sportivi universitari e ai tornei interregionali, con ottimi risultati nel 1911 e nel 1912 contro Anconitana e Spoleto.

Dopo la prima guerra mondiale, i reduci decisero di formare un’unica società calcistica, la Società Sportiva Perugia.

Nella stagione 1932-33 il Perugia raggiunse per la prima volta nella sua storia la Serie B, ma subito dopo la squadra della promozione fu smantellata e al termine della stagione 1934-35 il Perugia venne retrocesso.

Al termine della guerra, il Perugia giocò in ambito regionale fino al 1945-46, quando, con l’allenatore Mario Malatesta e l’attaccante Alberto Galassi, vinse il campionato e ritornò in serie B per due sole stagioni, per poi retrocedere fino alla IV serie.

Dal 1953 al 1966 il Perugia si stabilizzò in maniera definitiva in C, sfiorando nella stagione 1954-55 la promozione in B.

Il 1966-67 fu una stagione cruciale con l’arrivo del Presidente Lino Spagnoli, imprenditore perugino, e con il ritorno in Serie B, vistò come una svolta per il Perugia allenato da Guido Mazzetti.

La stagione1974-75 vide l’imprenditore pugliese Franco D’Attoma nel ruolo di nuovo Presidente, con un nuovo staff tecnico e dirigenziale, e la promozione alla serie A.

Tra i protagonisti della promozione in Serie A emerse Renato Curi, proveniente dal Como e scoperto da Ilario Castagner, cuore del centrocampo di una squadra in costante crescita, in grado di battere squadre come la Juventus e il Torino.

Il campionato 1977-1978 promette va bene, ma il 30 ottobre 1977, durante la partita più importante, contro la Juventus, al 5’ del secondo tempo Renato Curi si accasciò improvvisamente a terra e morì poco dopo, stroncato da un arresto cardiaco, ad appena 24 anni.

Nella stagione 1978-79, il Perugia fu la prima squadra a completare il campionato di Serie A senza perdere una partita e lottando fino alle ultime giornate per la conquista dello scudetto.

Con il campionato 1979-80, nonostante il Perugia si fosse assicurato l’astro nascente del calcio italiano Paolo Rossi, la squadra non riuscì a ripetere il miracolo della precedente stagione, e il 1 marzo 1980 scoppiò lo scandalo del calcio italiano che travolse Rossi e indirettamente le sorti del Perugia, che terminò il campionato solo in decima posizione.

Al termine della stagione 1980-81 ci fu a una nuova retrocessione in serie B e negli anni successivi si sfaldò il gruppo dirigenziale che aveva portato il Perugia ai massimi livelli.

Nel 1991 Luciano Gaucci, già vicepresidente della Roma, rilevò il Perugia in Serie C per riportarlo ad alti livelli e, grazie a nomi come Giuseppe Dossena, nel 1993-94 il Perugia vinse nettamente il campionato e viene promosso in Serie B.

Dopo due anni, nella stagione 1995-96, la squadra ritornò finalmente in Serie A ma dopo una stagione difficile, segnata dall’esonero di Galeone e dall’approdo a Perugia di Nevio Scala, la squadra retrocedette all’ultima giornata contro ogni aspettativa.

Ancora una vota in serie  B, il Perugia decise di farsi valere, ma per farlo il patron Gaucci cambiò per quattro volte allenatore, con Attilio Perotti, Albertino Bigon, di nuovo Perotti e infine Ilario Castagner, che riportò il Perugia alla Serie A.

La permanenza nella massima serie durò sei anni e nella stagione 1998-99 si fecero notare il croato Milan Rapaic e il giapponese Hidetoshi Nakata e in quella 1999-2000 la squadra fu affidata a Carlo Mazzone, che la portò al 10º posto, e soprattutto compì, all’ultima giornata, l’impresa di battere la Juventus, togliendole così lo scudetto, che venne vinto dalla Lazio.

Nel luglio 2000 Gaucci ingaggiò il perugino Serse Cosmi, allenatore ancora poco conosciuto, riempì la squadra di giovani che in Serie A trovarono grande fortuna, come Mirko Pieri, Fabio Grosso, Fabio Liverani, Davide Baiocco e Marco Di Loreto.

Nell’anno del centenario la squadra venne affidata a Stefano Colantuono e puntò al ritorno in Serie A, ma al termine della stagione, nonostante l’ottimo quarto posto e la qualificazione alla finale play-off per la promozione in Serie A, il Perugia fu escluso dal successivo campionato di Serie B dalla giustizia sportiva per problemi economici.

Grazie al Lodo Petrucci la squadra s’iscrisse al successivo campionato di C1 sotto una nuova amministrazione societaria, capeggiata da Vincenzo Silvestrini e denominata Perugia Calcio Srl.

Il 10 luglio 2008 la società fu acquistata dall’imprenditore perugino Leonardo Covarelli, già alla guida del Pisa Calcio da tre stagioni, che riuscì a regolarizzare l’iscrizione della squadra nel girone A della Prima Divisione 2009-10.

Al termine di un campionato in cui si classificò undicesimo, il 9 luglio la FIGC pubblicò sul suo sito la notizia del fallimento del Perugia Calcio.

Il 12 luglio 2010 nacque l’A.S.D. Perugia Calcio, con a capo l’imprenditore cannarese Roberto Damaschi e, con l’approdo nel calcio professionistico poco tempo dopo, la società cambiò denominazione, acquisendo il nome di Associazione Calcistica Perugia Calcio.