FB Frank Zappa

Un musicista che rideva di tutto, anche del lato peggiore della vita…

Frank Zappa nacque il 21 dicembre 1940 a Baltimora ed era non solo un grande chitarrista e un grande musicista rock estremamente prolifico, ma anche un grandissimo compositore, la cui grandezza fu riconosciuta anche dagli autori di musica classica.

Di origine siciliana, Zappa il folle cominciò a interessarsi di musica non ancora adolescente e ben presto scoprì le avanguardie colte, sia europee che americane.

Il suo background da autodidatta non gli permise però di mettere a frutto su quel piano quelle conoscenze e così si rivolse a un genere più accessibile, il rock, di cui però fece, a differenza di quasi tutti i musicisti, una palestra per ogni genere di sperimentazione, fino alla parodia del rock stesso.

I primi soldi li guadagnò scrivendo jingle pubblicitari per le televisioni locali con Donald Van Vliet, poi noto con il soprannome di Captain Beefheart, storico collaboratore di Zappa-pensiero e produttore di dischi in proprio, poi s’impose con le colonne sonore di alcuni film.

Nel 1964 Zappa entrò nei Soul giants, gruppo di rhythm’n’blues trasformato in poco tempo nei Mothers of invention, con i quali pubblicò nel 1966 l’album capolavoro Freak out!, simbolo della distorsione parodistica di Zappa.

A quel primo progetto seguì un altro disco stavolta meno facile, lo sperimentale Lumpy gravy, che si può avvicinare al mondo dell’anti-compositore John Cage, seguirono Absolutely free e Were only in it for the money, ideati dall’immaginazione del musicista italoamericano.

Zappa continuò a incidere, mentre le case discografiche cercavano di integrarlo nel sistema musicale, con dischi in cui usava di tutto, persino il jazz, come Hot rats, Grand wazoo, Sheik yerbouti, Joe’s garage, Yellow shark e Civilization phase III, che lo videro alle prese prima con l’elettronica poi con un’orchestra sinfonica.

Dal 1983, oltre a pubblicare una marea di dischi, Zappa sviluppò un’importante collaborazione con il guru delle avanguardie, Pierre Boulez, affidando molte sue opere alla direzione del maestro francese e scoprì il Synclavier, campionatore – computer rivoluzionario in grado di riprodurre brani impossibili da suonare.

Negli ultimi tempi, prima che un tumore lo portasse alla morte, compì alcuni tour con un ensemble di dodici elementi con tanto di sezione fiati e un larghissimo uso dell’improvvisazione.

Zappa morì il 4 dicembre 1993 a Los Angeles a soli 53 anni, lasciando il ricordo di uno dei geni più importanti della musica moderna, capace di passare dal rock alla musica classica, dalla parodia al jazz, da Stravinsky alla sperimentazione pura, sempre oltre le mode e le tendenze.