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Un medico che diede tutto se stesso per aiutare gli ebrei in difficoltà…

Carlo Angela nacque a Olcenengo il 9 gennaio 1875, studiò medicina all’Università di Torino, dove si laureò nel 1899 e in seguito si recò in Congo, dove esercitò la professione medica con la divisa dell’esercito belga.

Tornato in Europa, si specializzò in neuropsicologia a Parigi seguendo le lezioni di Babinski, famoso per aver lavorato con Sigmund Freud.

Nel dopoguerra decise di partecipare alla vita politica italiana e divenne membro di Democrazia Sociale, un partito fondato nel 1921 che, pur apparendo progressista, assunse molte posizioni nazionaliste e autoritarie.

Per questo motivo Carlo nel 1924 decise di prenderne le distanze unendosi a un partito più riformista guidato da Ivanoe Bonomi.

Dopo solo pochi mesi Angela si schierò pubblicamente contro Mussolini accusandolo di avere ucciso Matteotti sulle pagine del giornale Tempi Nuovi.

La reazione dei fascisti non si fece attendere e la notte del 21 giugno irruppero nella redazione del giornale, la saccheggiarono e le diedero fuoco, mentre Carlo fu costretto a spostarsi a San Maurizio Canavese, dove iniziò a lavorare come direttore sanitario di Villa Turina Amione, una struttura psichiatrica che curava le malattie mentali.

E proprio all’interno dell’ospedale che Angela avviò il lungo lavoro di solidarietà umana e di resistenza civile, salvando molte persone dalla deportazione nei campi di concentramento.

Il professore, insieme a pochi compagni, vi soccorse numerosi antifascisti, disertori e soprattutto ebrei, preparando diagnosi errate e manipolando cartelle cliniche, trasformando ebrei in ariani e persone sane in pazienti psichiatrici.

Fra i salvati ci furono l’avvocato Massimo Ottolenghi con il figlio e la moglie, la famiglia Fitz, il capitano Dogliotti, l’aristocratico Revelli di Beaumont e Renzo e Nella Segre.

Il cammino verso la storia segreta di quest’uomo altruista si compì nell’arco di vent’anni.

Nel 1986, il comune di San Maurizio Canavese, di cui Angela fu sindaco dalla fine della guerra al 1949, quando morì, presentò il libro Il paese ricorda, nel quale Piero Angela, figlio di Carlo e noto divulgatore scientifico della Rai, accennava brevemente alle sue attività di salvataggio.

Grazie a uno dei salvati, Renzo Segre, le incredibili azioni di Angela vennero narrate nel 1996, in un saggio edito da Sellerio, Venti mesi, uno dei documenti più toccanti sulla persecuzione subita dagli ebrei in Italia, su quando Renzo Segre e la moglie si nascosero per sei mesi a Villa Turina Amione.

Segre descrisse il professore come un uomo dal carattere incredibilmente carismatico che, nonostante la preoccupazione per la propria famiglia, salvò lui e molte altre persone rischiando la vita senza mai chiedere alcunché in cambio.

Grazie alle ricerche dello storico Franco Brunetta vennero in seguito raccolti i documenti e le testimonianze da sottoporre alla Commissione di Gerusalemme per l’assegnazione ad Angela del titolo di Giusto tra le Nazioni.

Il 25 aprile 2002 a San Maurizio Canavese avvenne la cerimonia di consegna della medaglia con il riconoscimento di Yad Vashem ai figli Sandra e Piero in memoria del padre.