Schermata 2019 04 05 alle 17.34.48

Una squadra simbolo del calcio di provincia…

La prima partita che si ricordi nella città comasca fu nel 1906 e fu un vero e proprio evento leggendario.

L’incontro avvenne tra un gruppo di ragazzi della Canottieri Lario e una squadra composta da inservienti e pellerossa del famoso Circo di Buffalo Bill, che era accampato a bordo lago nell’area dove oggi sorge lo stadio Sinigaglia. La partita finì in parità e fu arbitrata dallo stesso Colonnello William Cody alias Buffalo Bill.

Proprio sulla scia di quella partita memorabile, il club fu fondato pochi mesi dopo il 25 maggio nel 1907. Il Primo ottobre 1911 fu inaugurato in Via dei Mille il primo campo regolamentare e recintato.  Il Como iniziò ufficialmente la sua attività calcistica nell’annata 1912-1913 partecipando al campionato di Promozione della FIGC. La stagione seguente partecipò al campionato di Prima Categoria, paragonabile all’attuale Serie A.

Nel 1927 venne inaugurato lo stadio Giuseppe Sinigaglia, intitolato allo sportivo comasco, uno dei più forti vogatori italiani agli inizi del XX secolo; volontario di guerra, decorato con la Medaglia d’Argento al Valor Militare, scomparso sul Carso.

La partita inaugurale fu la disputa della Coppa Alessandro Volta, dove la società lariana con denominazione Comense, dopo la fusione con l’Esperia, superò per 3-0 l’Inter, in cui fece il suo esordio, un giovanissimo Giuseppe Meazza.

Nel 1931, sotto la guida dell’ungherese Gedeon Lukacs, conquista la Serie B senza essere mai sconfitta. Categoria mantenuta sino al 1936, dove in panchina si alternarono Adolfo Balonceri e Cevenini III°. Arrivò la retrocessione e la discesa fino in Promozione causata da problemi economici. Un periodo travagliato che portò alla rifondazione della società con l’abbandono della denominazione Comense per assumere l’attuale Associazione Calcio Como.

In tempo di guerra i campionati furono bloccati e il Como conquistò nel 1945 il Trofeo Lombardo, un successo che per l’epoca poteva anche essere considerato come una sorta di scudetto, lascia alle spalle Milan, Ambrosiana- Inter e Pro Patria.

Nel 1946 alla guida della squadra arrivò il bicampione del mondo Eraldo Monzeglio, che diede un nuovo impulso alla società tra questi la rifondazione del settore giovanile che diventerò poi il marchio di fabbrica degli azzurri. Nel 1948 sulla panchina lariana, arrivò l’ex bandiera juventina, il fiumano Mario Varglien, vincitore da mediano di ben cinque scudetti di fila con i bianconeri. Sotto la sua guida il Como approda in Serie A.

Tra 1949 e 1953 gli azzurri vissero un primo fantastico periodo nella massima serie, per la rinuncia a schierare giocatori stranieri, quando il Como entrava in campo i tifosi urlavano Forza Italia.

Al termine della stagione 1949-50, arriva il miglior piazzamento della squadra nel massimo campionato, il 6° posto. Al termine della stagione 1952-53, arriva la discesa in serie cadetta, dove rimane per dieci stagioni. Nel campionato 1960-61 fece il suo debutto, il diciottenne Gigi Meroni, uno dei talenti più puri ed eclettici del calcio italiano, fermato poi a soli ventiquattro anni, da un incidente mortale, quando vestiva la maglia del Torino. Al termine della stagione 62- 63, vennero retrocessi in Serie C d’ufficio, per aver utilizzato in cinque partite il giocatore Paolo Bessi che avrebbe dovuto scontare alcune giornate di squalifica.

La stagione di serie C 1966 – 67 vide l’arrivo al primo posto alla pari tra Monza e Como e si rese necessario lo spareggio, disputato a Bergamo il 5 giugno del 1967. Il Monza vince per 1-0 e quel giorno è ricordato anche per uno tra i più grandi esodi di tifosi lariani. Il ritorno in cadetteria arrivò al termine del campionato seguente con la guida di Franco Viviani. Il Como disputò stagioni importanti in Serie B, sempre con un mix di giocatori locali e di quelli cresciuti nel vivaio. Un periodo caratterizzato dal portiere Renato Cipollini da Alfredo Magni, dal veloce attaccante Turini e dalle punte Magistrelli-Garlaschelli. La svolta arrivò nell’estate del 1971 con l’arrivo del Direttore sportivo Giancarlo Beltrami che portò in panchina Eugenio Bersellini. Nel 1973 la guida tecnica passa a Pippo Marchioro, che sul lavoro del predecessore portò l’applicazione del gioco a zona, con il portiere, il lungo Antonio Rigamonti che divenne il rigorista della squadra. La formazione trascinata dall’allora ventenne toscano Marco Tardelli, con Simone Boldini, Silvano Fontolan, Roberto Melgrati, Adriano Lombardi, Mario Guidetti, Alessandro Scanziani e Claudio Correnti, conquistò la Serie A nel 1975 dopo un epico incontro contro il Verona all’ultima giornata. Nel periodo il Como si fa apprezzare come uno dei migliori vivai italiani.

Nella stagione 1975 – 76, nella massima serie Antonio Rigamonti, realizzò tre reti, tutte dal dischetto, ma gli azzurri non riuscirono a evitare la retrocessione. In quel Como gioca un giovanissimo Paolo Rossi che con Osvaldo Bagnoli in panchina inizia la sua trasformazione da ala a centravanti.

Il Como poi passò dalla serie C alla A in due annate e il doppio salto in alto del 1980 riuscì al gruppo guidato da Giuseppe “Pippo” Marchioro, con l’esperto William Vecchi in porta, il giovane Pietro Vierchowod con Roberto Melgrati, Maccoppi, Fontolan e Volpi baluardi difensivi, Centi, Lombardi, Butti, Gozzoli, Pozzato a centrocampo, Aldo Serena, Ezio Cavagnetto e Marco Nicoletti in attacco.

Il Como partecipò tra 1980 e 1981 alla Mitropa Cup, un torneo europeo disputato fra le squadre prime classificate nei rispettivi campionati di serie B di Italia, Ungheria, Jugoslavia e Cecoslovacchia, chiudendo alla pari con Tatran Persov e Csepel.

I lariani ballano nella serie per tre stagioni, in un periodo in cui confermano ulteriormente la forza del loro florido vivaio, tra cui l’esordio di Stefano Borgonovo. Un periodo in cui sono ricordati l’accostamento con il primo storico sponsor ufficiale la Fantic Motor, azienda motociclistica che aveva il suo stabilimento all’epoca a Barzago e l’arrivo del primo straniero dopo l’apertura delle frontiere, il difensore austriaco Mirnegg.

Al termine del campionato 1982 83, chiusero al  terzo posto con Catania e Cremonese, dando vita agli spareggi a Roma dove si impose il Catania. Per il campionato seguente con l’arrivo del nuovo presidente Benito Gattei che manterrà poi la squadra in Serie A, per cinque stagioni consecutive, venne allestita una squadra molto competitiva, per centrare il ritorno nella massima serie con Tarcisio Burnich in panchina.

Nel 1985, prima stagione degli azzurri dopo la promozione in serie A del team guidato da Burgnich, batterono per 2-0 il Milan, con reti di Pasquale Bruno e Gianfranco Matteoli.

Guidati da Rino Marchesi, nel 1986 gli azzurri raggiunsero la semifinale di Coppa Italia.  In panchina si susseguirono poi Ottavio Bianchi, Emiliano Mondonico e Aldo Agroppi, alla guida di formazioni giovani, sempre basate sul vivaio e con occhio attento al bilancio. In queste annate vestono la maglia comasca alcuni campioni stranieri come lo svedese Dan Corneliusson (sarà anche capitano), i brasiliani Dirceu e Milton, il tedesco Hansi Muller e il talentuoso ma incostante argentino Borghi.

Con la discesa della Serie A, fece seguito una repentina caduta in C1, nel breve volgere di due stagioni. Categoria in cui gli azzurri fino al 1994, quando, dopo la conquista di un sofferto quinto posto in campionato ci fu lo spareggio a Verona e in palio la promozione in B, dove gli uomini di mister Marco Tardelli ribaltano i pronostici e s’imposero per 2-1 sulla Spal. E’ il Como del presidente Mario Beretta, con in  porta Franzone, in difesa Manzo, Giacomo Gattusa, Zappella, Gigi Sala, Paolo Annoni, Bravo e il futuro campione del mondo Gianluca Zambrotta. A centrocampo Boscolo, Parente, Rusconi, Mauro Bressan, Catelli, Max Ferrigno, Collauto, Mazzoleni, Colombo e Diego De Ascentis. In avanti Davide Dionigi, Walter Mirabelli e Fabio Vignaroli. In serie cadetta però rimane una sola stagione.

Il 25 maggio 1997, in un Sinigaglia da tutto esaurito, il Como, dopo aver perso per 2-0 all’andata, superò per 4-0 la Nocerina e conquistò la Coppa Italia di serie C, di fatto il trofeo più importante vinto dalla prima squadra, sotto la guida dell’ex bandiera dell’Inter e campione del Mondo del 1982, Giampiero Marini.

Il ritorno in Serie B arrivò nel 2000-01, una promozione fortemente voluta dal presidente Enrico Preziosi dopo tre clamorosi tentativi andati a vuoto. La squadra affidata al friulano Loris Dominissini che sorprende tutti e arriva anche prima nel campionato seguente trascinata dalle reti di Lulù Oliveira.  Il ritorno nella massima serie però fu subito problematico e portò a una rovinosa retrocessione con l’abbandono del Presidente Preziosi. Seguono stagioni contrassegnate da gravi problemi finanziari che portarono al fallimento della società e alla ripartenza nell’anno 2005-06 dalla Serie D.

Il Como nel 2008 tornò tra i professionisti, con in panchina il sardo Ninni Corda, che guidò la formazione anche alla conquista della Coppa Italia di categoria.  Nel 2009 con Stefano Di Chiara in panchina, guidò i lariani in Prima Divisione, dopo una doppia finale di playoff contro l’Alessandria, conquistando la seconda promozione consecutiva.  Nella stagione 2014-15, dopo alcuni alti e bassi e un cambio d’allenatore con l’arrivo di Carlo Sabatini, gli azzurri arrivano ai play-off, dove via via eliminano Benevento e Matera, in finale superano in Bassano di Renzo Rosso, approdando dopo un decennio nuovamente in Serie B. Il campionato in serie cadetta si rivelerà però difficile per la società con la squadra che starà sempre sul fondo andando incontro a un’immediata discesa.

Nel mese di luglio 2016 ci fu un nuovo fallimento del club, con l’autorizzazione ad iniziare il campionato con il curatore fallimentare, nel 2017-18 deve ripartire dalla Serie D. La società, viene acquistata all’asta da Akosua Puni Essien, moglie dell’ex calciatore di Milan e Chelsea che la tenne per poco più di quattro mesi.

Dall’estate del 2017 si sono avvicendate altre due gestioni. La prima, targata Nicastro-Felleca, è riuscita nel compito di riportare il Como nel calcio professionistico, grazie a una stagione 2018-19 da record con Marco Banchini allenatore.

La seconda invece, dal 4 aprile 2019 di SENT Entertainment Ltd, società di media e intrattenimento con sede nel Regno Unito che fa capo a Michael Gandler che vede i lariani lanciati alla conquista della Serie B.