Chiesa di santa maria coverciano 2

Noto per essere l’ambientazione del romanzo Sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi e la sede del ritiro della Nazionale italiana, il quartiere fiorentino di Coverciano si trova nei territori compresi tra i torrenti Mensola e l’Africo, fra le colline di Maiano e di Poggio Gherardi e la pianura che si spinge verso la riva destra dell’Arno.

Sotto la dominazione degli Etruschi, la zona era parte del territorio fiesolano ed era soggetta al governo del capoluogo etrusco.

Dopo la conquista romana della zona avvenuta nel IV secolo avanti Cristo, la strada etrusca fu sostituita dalla strada romana nota come Cassia vetus, la Cassia antica, e vi sorsero allora le prime case e i primi agglomerati che presero il nome dal proprietario o da chi abitava il fondo rustico.

Il territorio di Coverciano faceva parte dell’ager faesulanus, cioè del fundus faesulanus, e il suo popolo del municipium romanum di Fiesole al cui governo sottostava.

Quando nel 39 prima di Cristo nell’ager faesulanus, presso le rive dell’Arno, venne fondata la città di Firenze, Florentia, da Settignano, da Corbignano e da Maiano si staccarono strade che attraverso il territorio di Coverciano misero in comunicazione la strada etrusco romana, cioè la Cassia vetus, con la città di Firenze.

Lungo queste strade si andò insediando la popolazione, si costruirono case per lavoratori e per signori e sorse in epoca medioevale un raggruppamento che diede origine al piccolo borgo di Borghetto o Malborghetto.

La zona di Coverciano fu parte del Comune di Fiesole fino al 1911 e ospitò la sede Comunale fino a tale data, poi passò al Comune di Firenze.

Oggi Coverciano fa parte di due Comuni, la parte alta, comprendente la collina di Poggio Gherardo è compresa nel Comune di Fiesole e quella posta a valle appartiene al Comune di Firenze.

Il territorio era ricco nell’Ottocento di campi ben arati e coltivati, piantati a vite e ad alberi da frutto, tra i quali si alzavano rustiche case coloniche ed anche ville per i proprietari terrieri.

Per lo sfruttamento della terra argillosa, sorsero due fabbriche di mattoni, una in Via Gabriele D’Annunzio, in passato Via Settignanese, e una in Via del Gignoro che sono rimaste attive fino a pochi anni fa.

La parte alta, quella appartenente al Comune di Fiesole, formata da campi arati, coltivati, ricchi di vigneti, di oliveti e di frutteti, sui quali dominava il castello di Poggio Gherardo, è stata trasformata in una zona residenziale, ricca di ville e di giardini.