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Un sogno, bianco come le vesti che indossa e la luna nelle notti estive…

La maschera di Pierrot nacque in Italia verso la fine del Cinquecento, ad opera di Giovanni Pellesini, attore della Compagnia dei Gelosi.

Inizialmente era il personaggio di Pedrolino, una variazione sul tema dello Zanni, il servo, di cui indossava l’abito bianco e ampio, dal carattere accorto e fidato, pronto a intessere imbrogli che poi districava con grande abilità, per trarre d’impaccio il proprio padrone, con un ruolo di primaria importanza nell’economia della commedia.

Il personaggio seguì i Gelosi in Francia, dove ebbe immediato successo, entrando a far parte del mondo delle Compagnie francesi con il nome di Pierrot.

Nella versione francese Pierrot perse con tempo gran parte della sua astuzia, conservando solo l’onestà e l’amore per la verità, spinto a volte fino all’eccesso.

Dopo un periodo di declino il personaggio tornò in primo piano grazie all’interpretazione del mimo Jean-Gaspard Debureau (1796-1846), che gli diede una nuova energia, impersonandolo dal 1826 al Théâtre des Funanbules.

Debureau definì il costume che da allora fu tipico di Pierrot, con un ampio abito bianco formato da casacca e pantaloni, ornato da bottoni neri, una piccola coppolina nera sul capo e il viso imbiancato. Con Debureau Pierrot assunse un carattere molto più forte e vitale, che il mimo trasmetteva con le sue capacità espressive, oltre alle sue doti acrobatiche e interpretative straordinarie, a detta dei testimoni dell’epoca.

In Francia la maschera divenne il ritratto di un romanticone, a volte innamorato di Colombina, che però ama Arlecchino, a volte della luna.

Mentre tutti gli altri servi sono ossessionati dal cibo, Pierrot pensa al suo amore, quindi è il servo più sentimentale tra Zanni, Pulcinella e Arlecchino.

Forse è legata alla sua malinconia, la popolarità di questo personaggio, dall’abito bianco e largo, chiuso da bottoni neri, e un cappello nero, con una maschera che copre l’intero volto, completamente bianca, tranne per la lacrima sulla sua guancia, ha un’espressione triste, per ricordare la sua malinconia per un amore che non può avere.