cagli

Da Fossombrone si sale alla Città di Cagli.

Posta nell’antica via Flaminia, alla confluenza del Bosso col Burano, la città di Cagli è delimitata dai monti Catria, Petrano, Nerone e Paganuccio.

Un ambiente incontaminato, ricco di storia ed eccellenze artistiche.

Cagli ha origini antichissime: sotto il dominio bizantino costituiva uno dei capisaldi della Pentapoli annonaria; sotto l’impero romano l’antica CALE ebbe un ruolo importantissimo essendo posta lungo una delle principali vie di comunicazione (come è evidente dai tanti reperti custoditi nel Museo Archeologico o dai manufatti ancora esistenti come il Ponte Mallio).

Nei secoli successivi Cagli divenne centro commerciale, produttivo e artistico tra i più importanti della Regione: ne sono un segno eloquente le tante chiese (ricche di straordinarie opere d’arte), i meravigliosi e ricchi palazzi, la Rocca ed il Torrione ideati da Francesco di Giorgio Martini, il Teatro Comunale ed un centro storico di una bellezza unica.

Disse Vittorio Sgarbi: «Cagli è una Città bellissima, con grandi palazzi che nascondono bellezze impreviste».

E Cagli è sicuramente una Città dell’amore dell’Itinerario Romantico. Qui, nel 1826, si consumò una grande storia d’amore tra Lucia Ugolinucci e il dottor Vincenzo Piccinini ed oggi è possibile visitare tutti i luoghi in cui si è consumata.

Il 22 gennaio del 1826 un giovane medico di nome Vincenzo Piccinini fa il suo ingresso in Cagli varcando l’arco di Porta Massara in sella al suo cavallo.

Ha accettato suo malgrado il posto di medico interino nella città di Cagli. Egli ambisce infatti di svolgere la sua professione in Roma. Ma già subito dopo il suo ingresso in Cagli, la bellezza della Città, le sue vie strette, le sue chiese e soprattutto il Torrione rinascimentale, vero simbolo della Città, lo impressionano favorevolmente, al punto di avvertire nell’aria una sorta di maléa di cui non capisce ancora la matrice.

Sono trascorsi dei mesi dal suo primo ingresso in Cagli, e Vincenzo si è già conquistato una buona reputazione. Il 22 ottobre egli è chiamato a Palazzo Ugolinucci per visitare il nobile Signor Nicola Ugolinucci, ricco proprietario del Palazzo. Durante la visita accade l’incontro fatale tra Vincenzo e Lucia, la figlia del nobile Ugolinucci.

Vincenzo l’ama appena la vede, ed è ricambiato da Lucia che si infiamma subito per il giovane medico.

Ma dopo un primo bacio focoso, Lucia gli dice di dimenticarla, perché lei ha promesso di sposare un collega di Vincenzo, e le è impossibile rompere il fidanzamento senza venire diseredata dal padre e additata a vita da tutta la comunità.

Vincenzo si convince che l’unico modo per aggirare l’ostacolo del fidanzamento di Lucia, sia quello di mettere tutti davanti al fatto compiuto mediante il cosiddetto “matrimonio clandestino”, ossia quella dichiarazione espressa davanti a due testimoni e al curato ignaro e colto di sorpresa, che si è reciprocamente marito e moglie.

Lucia è talmente innamorata che finisce per accettare il piano dell’amato, consegnandosi al destino. La sera del 15 dicembre dell’anno 1826, Vincenzo e Lucia in compagnia di due testimoni si recano alla casa del parroco della chiesa di San Bartolomeo, Don Gaspare Carpineti.

Bussano al portone e, con la scusa che il Piccinini deve conferire con il Curato per cose della massima importanza, si fanno introdurre nella camera del Curato dove questi è a letto.

Immediatamente Vincenzo, rivoltosi a questo e ai testimoni, dice: “Questa è mia moglie”, e Lucia dice: “Questo è mio marito”, il tutto accade in un attimo, e Don Gaspare non ha il tempo di dire nulla. Il giorno dopo, il Sacerdote si reca davanti al Vescovo di Cagli e denuncia ufficialmente l’accaduto.

Per ordine del Vicario Generale della Curia Vescovile di Cagli, Vincenzo Piccinini è tratto in arresto mentre si trova rifugiato nel Palazzo Ugolinucci. Lucia è insieme a lui. Mentre il Brigadiere Comandante della Brigata di Cagli, insieme ai Carabinieri lo stanno ammanettando, Lucia gli si getta al collo disperata.

In breve tempo tutta Cagli canta la canzone di Vincenzo e Lucia. Una canzone a due facce, come le due facce di Cagli, quella tradizionale e quella trasgressiva.

La sentenza del Vicario Generale è temperata dalle due anime del popolo e perciò non troppo severa: “… Decreta che la riferita Nobil Donna Sig.ra Lucia fosse a modo di custodia condotta nella casa del Nobil Uomo Sig. Carlo Ugolinucci di lei parente, e cugino da cui fosse ben guardata, e custodita, né potesse sortire senza un espresso ordine.

Ordinò, che i testimoni dovessero stare in ginocchio in mezzo alla Chiesa per tutto il tempo della Messa festiva e ordinò che il Dottor Vincenzo Piccinini si ritirasse nel Convento di S. Andrea de’ Padri Riformati di Cagli a fare i Santi Spirituali esercizi ad nutum, e lo multò di scudi 100, non comprese le spese di cattura etc…”

Scontata la pena, i due innamorati, così come ha previsto Vincenzo, si uniscono in matrimonio con rito regolare, e vivono felici la loro vita in Cagli.

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Riccardo Reina