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Uno dei traduttori simbolo del Novecento italiano…

Ervino Pocar nacque a Pirano d’Istria il 4 aprile 1892, da Giovanni, sottufficiale della dogana austriaca, e da Giovanna Petronio.

Dal 1903 al 1911 Pocar frequentò lo Staatsgymnasium, il Liceo cittadino di Gorizia, dove la difficile convivenza di austriaci, italiani e sloveni aveva un punto di quiete nell’impegno scolastico e nel confronto intellettuale.

Nel 1911, superata la maturità con il massimo dei voti e ottenuta una borsa di studio, si trasferì a Vienna, dove s’iscrisse alla facoltà di filosofia.

Lo scoppio della guerra sorprese Pocar proprio alla vigilia dell’esame di abilitazione all’insegnamento, e superato solo nel 1917 e, costretto a rientrare a Gorizia, il giovane si trovò nel pieno delle tensioni alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia.

A guerra finita Pocar dal 1919 ricoprì la cattedra d’italiano, latino e tedesco all’ex Staatsgymnasium, divenuto liceo Vittorio Emanuele, riallacciando l’amicizia con Nino Paternolli, libraio e editore, figura di primissimo piano della cultura locale.

Intanto cominciarono a uscire le prime traduzioni, come Roberto il Guiscardo di Heinrich von Kleist nell’Annuario del liceo Vittorio Emanuele (1919-20) e, nel 1922, Il Mare del Nord di Heinrich Heine, nonché i Piccoli drammi di Hofmannsthal e i Racconti di Kleist.

Lasciata Gorizia, tra il 1924 e il 1927, anno delle nozze con Cesira De Rosa, Pocar arrivò a Milano, come funzionario del Touring Club italiano e con lo scopo di organizzare escursioni e gite culturali rivolte ai giovani, poi fu per un anno a Vigo di Fassa in qualità di direttore di un convitto e, dal 1928 alla fine del 1929, a Novara, come redattore dell’Istituto geografico De Agostini.

In questi continui cambiamenti Pocar continuò a perseguire la sua attività di traduttore, con le prime versioni da Hans Christian Andersen, Jens Peter Jacobsen, Gottfried Keller, ma anche, negli anni tra il 1930 e il 1934, un gran numero di traduzioni di testi vari, dalle biografie ai manuali, dalla letteratura amena all’alpinismo, per diversi editori, fra i quali Mondadori.

Nel 1936 sposò in seconde nozze Fausta Frigerio, segretaria personale di Arnoldo Mondadori, insieme ebbero quattro figli maschi.

Oltre a un gran numero di titoli di saggistica varia, nel periodo 1945-60 Pocar tradusse Schiller, Novalis, i Grimm, E.T.A. Hoffmann, Gotthelf, Platen; tra i moderni Feuchtwanger, Werfel, Wiechert, Remarque e, soprattutto, i tre autori ai quali si dedicò con devozione, contribuendo alla loro diffusione in Italia, Thomas Mann, Hermann Hesse e Franz Kafka.

Ormai noto all’estero per la sua attività di instancabile mediatore culturale, nel 1956 Pocar fu insignito, primo italiano, della Goethe-Medaille, cui seguirono, negli anni, altri prestigiosi riconoscimenti.

Nel 1961 lasciò la Mondadori a un anno dalla pensione, per dedicarsi interamente alla traduzione e allo studio dei suoi autori, con molti dei quali ebbe intensi scambi epistolari, soprattutto su questioni legate alla traduzione delle opere.

Circondato dall’affetto della famiglia e da una crescente considerazione dei suoi meriti da parte degli studiosi e delle istituzioni, Pocar visse gli ultimi due decenni della sua vita in una vecchiaia attiva, libero di dedicarsi interamente ai suoi autori prediletti.

Il grande traduttore morì a Milano il 17 agosto 1981.