dolores

Una scrittrice che raccontò le Marche del primo Novecento…

Nata a Roma il 12 aprile 1892, Dolores Prato visse dai cinque ai diciotto anni a Treia, in provincia di Macerata, prima in casa di uno zio poi nell’Educandato Salesiano della Visitazione, e si laureò nel 1919 alla Facoltà di Magistero di Roma con una dissertazione sul carteggio di don Bartolini, Padre Fanfani e Padre Viani.

Dopo aver lavorato come insegnante di lettere a Sansepolcro (1919-21), a Macerata (1921-22) e a San Ginesio (1922-29), e un breve soggiorno a Milano la Prato si stabilì definitivamente a Roma nel 1930, dove ebbe una forte amicizia con molti esponenti della cultura, come Paolo Toschi.

Costretta dalla promulgazione delle leggi razziali a lasciare l’insegnamento, visse di collaborazioni ai giornali e di lezioni private e nella sua casa romana durante gli ultimi tempi del regime, nei mesi della resistenza e nei primi anni del dopoguerra, vissero artisti e intellettuali.

Nel 1948 iniziò una collaborazione a Paese Sera e pubblicò il suo primo romanzo, Nel paese delle campane, cui fu assegnato il premio Città di Prato; ripubblicato col titolo di Sangiocondo nel 1963. Con Scottature, un racconto, vinse nel 1965 il Premio Nazionale Stradanova e per un articolo sul Tevere le fu assegnato nel 1972 il premio Pallavicini.

Nel 1980 uscì per Einaudi Giù la piazza non c’è nessuno, che fu un caso letterario: ma l’attenzione della critica si fermò più sulla circostanza di una scrittrice esordiente quasi novantenne che sulla struttura del libro.

Il romanzo era il tentativo di recuperare gli anni dell’infanzia trascorsa a Treia, per ritrovare ambienti e persone, ma soprattutto per rintracciare sentimenti e slanci repressi.

La bambina, figlia illegittima affidata a uno zio canonico, scopre improvvisamente il segreto e lo scandalo della propria nascita e ne resta colpita nel profondo.

Molto intelligente, dotata di un forte spirito d’osservazione, la piccola Dolores osserva e il microcosmo che la circonda; e giunta a ottantasette anni, cerca anche di lenire il rimorso di non aver corrisposto l’affetto degli zii.

Il testo di Giù la piazza non c’è nessuno, però era soltanto un terzo circa del lungo racconto autobiografico che la Prato aveva composto prima della morte, avvenuta ad Anzio il 13 luglio 1983.

Parte del materiale escluso vide la luce in edizioni curate dal comune di Treia che ogni anno promuove un convegno sulla scrittrice.

In Le ore. I (1987) il racconto del primo libro prosegue con la vita dell’adolescente Dolores nell’educandato delle salesiane; mentre Le ore II. Parole (1988) è un repertorio d’indagini lessicali condotte nel recupero del particolare lessico, reale e poetico insieme, di luoghi e persone ormai lontani nel tempo, per un’incursione nell”’officina” della scrittrice e uno strumento dell’impegno filologico che impronta la sua opera.

Le mura di Treia e altri frammenti (1992) è un recupero di brani dedicati alla descrizione del paese marchigiano, soppressi dall’editore in Giù la piazza non c’è nessuno.

La riproposta di Le ore in volume unico (1994) rinnovò l’interesse del pubblico e della critica intorno alla scrittrice, poi continuato fino ad oggi.