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Musicista, cantante, compositore, direttore d’orchestra, attore e presentatore tv, Lelio Luttazzi fu un uomo dai mille talenti, che per anni, ogni venerdì, presentava la classifica dei dischi più venduti…

Luttazzi nacque a Trieste il 27 aprile 1923, da Sidonia Semani, maestra elementare a Prosecco, un paesino nelle vicinanze di Trieste, e di Mario Luttazzi.

Fu grazie al parroco di Prosecco che il giovane Lelio si avvicinò alla musica e allo studio del pianoforte, mentre frequentava il Liceo Petrarca di Trieste, dove strinse una profonda amicizia con Sergio Fonda Savio, nipote di Italo Svevo.

Proseguì gli studi iscrivendosi alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università di Trieste, poi iniziò a suonare il pianoforte a Radio Trieste, oltre a comporre le sue prime canzoni.

Nel 1943, assieme ad altri compagni di ateneo, Lelio si esibì al teatro Politeama in uno spettacolo musicale, per aprire il concerto di Ernesto Bonino, cantante torinese molto in voga all’epoca. Bonimo fu colpito da Luttazzi e, al termine dell’esibizione, gli chiese di comporre una canzone per lui.

Lelio accettò la sfida e dopo poco tempo inviò il suo pezzo, Il giovanotto matto, che divenne un grande successo.

Finita la guerra, la Siae riconobbe a Luttazzi 350.000 lire, che gli permisero di intraprendere la carriera di musicista.

Nel 1948 si trasferì a Milano e iniziò a lavorare come direttore musicale con il concittadino Teddy Reno, presso la casa discografica Cgd.

Due anni più tardi divenne direttore d’orchestra a Torino per la Rai, avviando una carriera che lo vedrà imporsi come artista a tutto tondo.

Tra il 1954 e il 1956 lavorò nel programma radiofonico a quiz Il motivo in maschera, presentato da Mike Bongiorno, oltre a scrivere canzoni ricche di swing, interpretandole al pianoforte e cantandole in uno stile molto personale, come Senza cerini, Legata a uno scoglio, Timido twist, e Chiedimi tutto.

Compose brani come Una zebra a pois per Mina, Vecchia America per il Quartetto Cetra, Eccezionalmente, sì per Jula De Palma, You’ll say to-morrow per Sophia Loren e El can de Trieste, in dialetto triestino.

Come conduttore televisivo presentò trasmissioni come Studio Uno con Mina, Doppia coppia con Sylvie Vartan e Teatro 10.

La sua trasmissione più nota è la radiofonica Hit Parade una vetrina settimanale dei dischi più venduti, andata in onda dal 1966 al 1976.

Proprio mentre si trova all’apice del suo successo, nel giugno del 1970 Luttazzi, con l’accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti, fu arrestato, assieme all’attore Walter Chiari.

Dopo circa un mese di carcere il compositore venne scagionato, ma rimase molto amareggiato dalla tempesta mediatica cui fu sottoposto.

Lelio lavorò saltuariamente tra radio e tv, preferendo poi ritirarsi a vita privata, ma dopo il 2000 partecipò a diverse trasmissioni sia radiofoniche sia televisive.

Tornò sullo schermo come interprete nel febbraio 2009, quando durante il Festival di Sanremo 2009, condotto da Paolo Bonolis, accompagnò Arisa, che vinse il Festival con il brano Sincerità nella categoria delle Nuove proposte.

Nel maggio 2009 Luttazzi, dopo oltre cinquantasette anni trascorsi tra Milano, Torino e soprattutto a Roma, dove abitava dal 1953, decise di trasferirsi definitivamente insieme alla moglie nella sua città natale, a Trieste, dove morì l’8 luglio 2010, a ottantasette anni.