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Questa mattina è stata presentata l’indagine del Centro Studi sul Terziario del Piemonte Nord, effettuata nel mese di marzo su un campione di imprese del quadrante Novara, VCO, Vercelli, Biella.

Tra i dati da segnalare, le forti perdite sul reddito, l’incertezza sul futuro, la carenza di risorse economiche, l’intenzione di ridurre il personale nei prossimi mesi.

L’ambito dell’indagine

Il 2020 è stato un anno di forti tensioni sociali e di squilibri economici, che hanno portato il mondo imprenditoriale a riflettere sui cambiamenti subìti dal mercato, a seguito delle misure adottate dal Governo per il contenimento della pandemia, e sul futuro incerto che le attende.

Il Terziario è il settore che più di tutti sta pagando gli effetti di questa situazione, con impatti negativi asimmetrici al suo interno.

In occasione dell’ultimo decreto restrittivo, che ha visto l’obbligo di chiusura nel periodo compreso tra il 15 marzo e il 6 aprile (in seguito esteso alle settimane successive), il Centro Studi sul Terziario del Piemonte Nord, in collaborazione con “EconLab Research Network”, ha promosso un’indagine qualitativa presso le imprese del territorio, per comprenderne le difficoltà attuali e le prospettive future.

Condotto su un campione complessivo di 423 realtà imprenditoriali dell’area, lo studio ha fotografato lo stato di salute delle attività all’interno dei diversi settori e indagato l’effettivo rischio di chiusura nei prossimi mesi, mettendo in evidenza un quadro previsionale delle scelte da prendere e le aspettative rilevate nei confronti delle Istituzioni.

I risultati delle 423 realtà imprenditoriali intervistate

Gli impatti della pandemia sul sistema Terziario del Piemonte Nord sembrano considerevoli. Ben l’80.9% delle imprese ha registrato una riduzione del fatturato nel corso del 2020, con una perdita media del -43% rispetto ai valori riscontrati nel 2019, e prevede una situazione stazionaria (47.8%), se non in peggioramento (36.4%), per questo incerto 2021.

Le maggiori difficoltà provengono dal settore turistico, all’interno del quale il 96% delle attività intervistate ha dichiarato un dimezzamento dei volumi di fatturato (in media del -51%) durante la pandemia.

Più colpiti i territori dell’Alto Piemonte e di Vercelli, dove si evidenzia un numero superiore di imprese in difficoltà, con particolare attenzione alla provincia di Verbano Cusio Ossola, un’area a forte vocazione turistica, in cui il 46% delle attività prevede riduzioni in termini di fatturato anche nell’anno in corso.

A oggi, il 55.8% degli intervistati considera la propria impresa ancora in salute, ma il 48.2% stima un peggioramento delle condizioni nei prossimi mesi.

Nonostante la resilienza dimostrata dal settore Terziario, nel suo complesso si avverte un clima di incertezza e di sfiducia, in particolar modo per le attività di ristorazione del territorio, il 62% delle quali dichiara uno stato di salute “non buono” o addirittura “pessimo”.

Un maggior pessimismo si avverte tra le imprese del verbanese, mentre in provincia di Biella l’impatto della pandemia sembra essere più contenuto (il 74% delle imprese dichiara un buono stato di salute e la metà vede il proprio futuro invariato).

Le peculiarità territoriali

In provincia di Novara, più dei tre quarti delle imprese (83.6%) ha registrato una riduzione del fatturato nel corso del 2020, con una perdita media del -44.4% rispetto ai valori riscontrati nel 2019, e prevede una situazione stazionaria (47.3%), se non in peggioramento (33.1%), per questo incerto 2021.

A oggi, il 56% degli intervistati considera la propria impresa ancora in salute, anche se il 46.2% stima un peggioramento delle condizioni nei prossimi mesi, a testimonianza del clima di forte incertezza che domina il contesto economico e sociale del Paese.

In provincia di Verbano Cusio Ossola, più dei tre quarti delle imprese (84.7%) ha registrato una riduzione del fatturato nel corso del 2020, con una perdita media del -42.2% rispetto ai valori riscontrati nel 2019, e prevede un suo ulteriore peggioramento (45.8%) o tuttalpiù una situazione stazionaria (40.7%) in questo incerto 2021.

Il 57.6% degli intervistati non considera la propria impresa in salute e più della metà di essi (55.9%) stima un aggravamento delle condizioni nei prossimi mesi, a testimonianza del clima di forte incertezza che domina il contesto economico e sociale del Paese.

Tra le maggiori problematiche emerse nei primi mesi di quest’anno, la difficoltà nel continuare a sostenere gli elevati costi fissi (per il 54.2% delle imprese), inerenti agli affitti e alle bollette, e i mancati incassi o il ritardo negli stessi (52.5%), in parte dovuti all’ulteriore diminuzione della clientela riscontrata (45.8%), a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia.