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Da sempre simbolo di festa, gioia, eleganza e raffinatezza, lo Champagne divenne noto come la bevanda dell’èlite e dell’alta società alle corti reali d’Europa del XVII secolo, anche se la sua origine risale addirittura ai tempi dei Romani.

Fu a Reims nel 496 a.C. che per la prima volta lo Champagne fu utilizzato nelle celebrazioni religiose diventando negli anni il protagonista dei banchetti che seguivano gli eventi.

Quando la Regina di Navarra e Contessa di Champagne nel Medioevo sposò il Re di Francia Filippo IV, il legame tra il vino e la famiglia reale diventò indissolubile e, dal 898 in poi, tutti i re della nazione furono incoronati a Reims, capitale della regione di quel vino così pregiato, e fiumi di Champagne scorrevano durante i festeggiamenti.

Anche il re inglese Enrico VIII adorava questa bevanda tanto da aver comperato addirittura dei vigneti nella regione per produrre il proprio vino.

Intanto nel Rinascimento le antiche celle dei monasteri dove le bollicine erano state create iniziarono a essere sostituite da grandi produttori specializzati, alcuni dei quali sono ancora oggi i nomi più rinomati dello Champagne.

Alla corte di Versailles Maria Antonietta e Madame de Pompadour divennero nel Settecento entrambe note per la loro passione per lo Champagne, ma anche Alessandro I di Russia non lesinò sugli acquisti, con il suo vino che arrivava in grandi e trasparenti bottiglie di cristallo.

Da simbolo libertino durante il periodo Regency a Casanova, che disse che lo Champagne era essenziale nel suo processo di conquista, nessuno riuscì più a fare a meno di quel vino dalle sfumature dorate e nel 1739 a un ballo mascherato nelle sale dell’Hôtel de Ville vennero aperte più di 1800 bottiglie.

Nel suo ruolo di drink più elegante e raffinato del pianeta, lo Champ, come fu soprannominato nei caffè delle Grands Boulevards a Parigi, si accompagnò perfettamente allo splendore e all’audacia dei Ruggenti Anni Venti, dove gli ordini arrivavano da Parigi, Deauville, da Biarritz e Montecarlo. La Principessa Murat ne ordinava un gran numero di casse per i suoi party sfrenati e la contessa Clermont-Tonnerre non potò farne a meno tra elefanti e fontane nei suoi iconici Persian Balls.

La bevanda intanto aveva conquistato il cuore anche di artisti e letterati, se già Dumas padre aveva ammesso che ne teneva una coppa vicino all’inchiostro nella speranza che aiutasse la sua penna, Manet lo rese protagonista di alcuni quadri e Fitzgerald, Colette e Coco Chanel lo degustavano nei rendez vouz parigini.

Il successo dello champagne conquistò anche le protagoniste della Golden Age hollywoodiana, come Audrey Hepburn, Jeanne Moreau, Marilyn Monroe s’innamorarono perdutamente delle bollicine francesi e Marlène Dietrich scrisse nelle sue memorie che amava lo Champagne perché la faceva sentire come se fosse sempre domenica.

Ancora oggi lo Champagne rimane un simbolo indiscusso di eleganza, lusso e celebrazioni, accompagnato anche da un pizzico di follia.