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Amata e sognata, l’epoca regency è il simbolo dell’Inghilterra del primo Ottocento…

La storia dell’epoca regency cominciò nel 1811, quando re Giorgio III, colpito da un attacco di porfiria, venne dichiarato non idoneo a governare e il Principe George Augustus Frederick diventò reggente al posto del padre.

Dalla malattia il Re non si riprese mai più, e alla sua morte nel 1820 il principe reggente divenne re con il nome di Giorgio IV, ponendo termine alla Reggenza, anche se questo periodo finì solo con la morte del nuovo sovrano nel 1830.

L’Inghilterra della Reggenza era  in bilico tra due secoli, stretto tra l’eleganza del diciottesimo secolo e il moralismo dell’età vittoriana, dominato dalla figura del Principe reggente e dal suo seguito di dandy libertini, impegnati a giocare d’azzardo più che a governare il paese.

Era un mondo dove il crescente benessere portato dalla rivoluzione industriale, contrastava con il degrado sociale portato alla classe operaia da quella meccanizzazione che aveva tanto migliorato il reddito e lo stile della piccola e media borghesia.

Ma c’era anche una classe nuova, fatta di ricchi agricoltori, mercanti, banchieri e avvocati con aspirazioni sociali come quello descritti da Jane Austen nei suoi romanzi, in un mondo in cui fino ad allora erano esclusi, sotto gli occhi della grande aristocrazia terriera, dove un buon matrimonio poteva assicurare, se non la felicità, almeno un posto in società.

In Inghilterra quelli tra il 1760 e il 1820-40 furono anni d’incredibile avanzamento tecnico e scientifico, che videro lo sviluppo della macchina a vapore e il suo utilizzo nell’industria tessile e nei trasporti, con nuove strade, una rete di canali e corsi d’acqua e la ferrovia, nasce il telegrafo e s’introduce l’illuminazione a gas nelle strade.

Viaggiare divenne più facile, e non solo per le materie prime destinate alle industrie e al commercio, ma anche per le persone e le idee.

La nuova classe mercantile e borghese arricchitasi con il commercio o la libera professione, si dedicava alle corse dei cavalli, al giardinaggio, alla danza e faceva shopping nei negozi esclusivi aperti in strade eleganti come lo Strand e Piccadilly, o nelle gallerie commerciali, come Burlington Arcade a Londra.

Si potevano bere te e caffè importati dalle colonie, andare a teatro e all’opera, visitare musei e gallerie, come la Dulwich Picture Gallery, il British Museum e la National Gallery di Londra, il Fitzwillam Museum di Cambridge e l’Ashmolean Museum di Oxford e recarsi in città termali come Bath, Cheltenham e Tunbridge Wells.

È in questo periodo che la lettura di romanzi divenne una delle principali forme d’intrattenimento per le classi medie, con racconti gotici e sentimentali, ambientati nel lontano oriente con ambientazioni improbabili e trame bizzarre accolti con entusiasmo da un pubblico che era in cerca di evasione.

Se il prezzo dei libri era proibitivo per molti, le biblioteche circolanti e i vari club di lettura permisero una larga diffusione di libri e giornali, e con essi di nuove idee in strati diversi della società mai prima raggiunti.

Anche la satira fu un fenomeno della Reggenza e le caricature politiche e sociali di James Gillray e di Thomas Rowlandson non risparmiarono nessuno, nemmeno lo stesso Reggente, burlandosi della classe politica e degli eccessi della moda dell’epoca importata dalla Francia, spesso stravagante e pretenziosa.