don bosco

Una storia che sa di buon cibo e tempi antichi, all’ombra dell’Oratorio di Don Bosco….

Per la festa del 2 novembre in Piemonte, all’inizio dell’Ottocento, le famiglie festeggiavano con caldarroste e vino nuovo.

Era una tradizione che voleva sempre rispettare anche san Giovanni Bosco e nel 1849, quando il suo Oratorio era aperto da poco, portò tutti i giovani interni ed esterni dell’Oratorio al cimitero a pregare per i defunti e «Al ritorno, castagne per tutti!» aveva promesso il giovane sacerdote.

Mamma Margherita aveva comprato tre sacchi di castagne ma, pensando che il figlio ne volesse solo una manciata per far divertire i giovani, ne aveva messe a bollire ben poche.

I ragazzi si stavano accalcando alla porta della Chiesa di San Francesco, dove Don Bosco si trovava per fare la distribuzione e il suo pupillo Giuseppe Buzzetti versò la pentola dentro un cestello, che teneva fra le sue braccia.

Don Bosco, credendo che sua madre avesse fatto cuocere tutte le castagne comprate, riempiva il berretto che ogni giovane gli porgeva e Buzzetti, vedendo che ne dava troppe a ciascuno, gridò: «Don Bosco, se continua così, non ce n’è neanche per metà!» e «Ma va» disse don Bosco «ne abbiamo comprati tre sacchi».

Tuttavia don Bosco, poiché non voleva diminuire le porzioni, disse tranquillamente al suo amico «Continuiamo fin che ce ne sarà».

A un certo punto nel canestro non vi fu più altro che la porzione per due o tre e solo un terzo dei giovani aveva ricevuto le sue castagne, ed erano almeno 600, ma il Santo non si preoccupò e riprese la distribuzione.

Don Bosco calava il mestolo nel canestro e lo ritraeva traboccante; mentre la quantità che rimaneva nel cesto sembrava non diminuisse, alla fine ne ebbero tutti a sazietà.

Quando Buzzetti portò il canestro in cucina vide che era rimasta ancora una porzione, quella di don Bosco.

Da allora nacque la castagnata e, in tutti gli oratori salesiani, ancora oggi, la sera del 2 novembre si distribuiscono le castagne.