Un presidente che visse anni difficili…
Giuseppe Saragat nacque il 19 settembre 1898 a Torino, da una famiglia di origine sarda, con radici catalane.
Volontario nella prima guerra mondiale, prima come soldato semplice e poi come ufficiale, fu decorato con la croce di guerra.
Nel 1922 s’iscrisse al Partito Socialista unitario e tre anni dopo entrò nella sua direzione.
L’avvento del fascismo e della dittatura mussoliniana videro Saragat imboccare la via dell’esilio: prima l’Austria e poi la Francia, dove collaborò con tutti i massimi esponenti dell’antifascismo, da Giorgio Amendola a Pietro Nenni.
Dopo la caduta di Mussolini, Giuseppe tornò in Italia e, con Pietro Nenni e Lelio Basso, riunificò tutte le correnti socialiste dando origine al Partito Socialista di Unità Proletaria, dove convivevano sia le istanze riformiste, sia quelle massimaliste, senza trovare però un punto di sintesi e di accordo.
Nel Governo guidato dal demolaburista Ivanoe Bonomi, Saragat fu Ministro senza portafoglio.
Nelle elezioni per l’Assemblea Costituente i socialisti furono, con oltre il 20 % dei suffragi, il secondo partito italiano alle spalle della Democrazia Cristiana e superendo per pochi voti i comunisti del Pci di Palmiro Togliatti.
In quanto seconda forza politica della penisola, al partito socialista andò la presidenza dell’Assemblea Costituente, e Nenni, entrato nel frattempo nel Governo guidato dal democristiano Alcide De Gasperi, indicò Saragat come candidato socialista per ricoprire tale carica e il leader riformista fu eletto con la convergenza di tutti i partiti antifascisti.
Ma è proprio in questi mesi che ci fu l’ennesima e insanabile rottura tra i due tronconi del socialismo italiano, da un lato Pietro Nenni si batté per una collaborazione con i comunisti, oltre a una scelta neutralista sul piano internazionale, e dall’altra parte Saragat si oppose strenuamente a tale ipotesi.
Nel gennaio 1947 Giuseppe Saragat abbandonò il Psiup con gli uomini a lui fedeli e diede vita al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (Psli) poi Partito Socialista Democratico Italiano (Psdi) di cui fu l’unico leader.
Il partito socialdemocratico ebbe ben presto posizioni molto moderate e filoatlantiche in contrasto con tutti gli altri partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti d’Europa.
Nella primavera del 1947 De Gasperi si recò negli Usa ed al rientro estromise comunisti e socialisti dal governo varando una formula di governo quadripartito centrista composta, oltre che dalla Dc, dai repubblicani di Pacciardi (Pri), dai liberali di Einaudi (Pli) e dai socialdemocratici di Saragat (Psli) che assunse la Vicepresidenza del Consiglio dei Ministri.
Durante la prima legislatura i saragattiani presero parte ai governi egemonizzati dalla Dc, ricoprendo, al pari delle altre forze laiche (Pli e Pri) un ruolo di comprimari, tanto che nel nuovo governo del 1948 Saragat fu solo Ministro della Marina Mercantile.
Saragat fu uno dei sostenitori dell’apertura ai socialisti di Nenni che, dopo i fatti d’Ungheria del 1956, avevano abbandonato l’opzione frontista con i comunisti di Togliatti.
Dopo essere stato Vicepresidente del Consiglio dei Ministri nei Governi Scelba (1954) e Segni (1955), Giuseppe fu Ministro degli Esteri nel I e II Governo Moro (1963, 1964) di centrosinistra.
Nel 1964, dopo le dimissioni anticipate de Presidente della Repubblica Antonio Segni (Dc), una vasta coalizione di parlamentari di sinistra su indicazione di Giorgio Amendola (Pci) e di Ugo La Malfa (Pri) votò per Giuseppe Saragat come nuovo Capo dello Stato che, con i voti dei Grandi elettori di Pci, Psi, Psdi, Pri e buona parte della Dc, fu il primo socialista a insediarsi al Quirinale.
Il filo conduttore della sua presidenza fu la memoria della Resistenza e la volontà di attivarsi per la costituzione di governi di centro-sinistra.
Gli anni della presidenza Saragat furono caratterizzati anche dall’inizio del terrorismo e dalla contestazione del 1968.
Nel 1971 il democristiano Giovani Leone succedette a Giuseppe Saragat, che auspicava a una rielezione, nella carica di Presidente della Repubblica Italiana.
Saragat si è spense a Roma l’11 giugno 1988 e uno dei suoi grandi avversari comunisti, Giancarlo Pajetta, alla notizia disse “Oggi è morto un compagno!”.