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Un uomo che, con il suo impegno, ha lasciato un segno nella storia del Lago Maggiore e del Brasile…

Padre Ignazio da Ispra, frate cappuccino, nacque con il nome di Mario Brughera ad Ispra il 27 gennaio 1880.

Dopo aver seguito la famiglia in numerose località fra Italia e Svizzera, entrò nel 1894 nel Convento dei Padri Rosminiani di Domodossola.

Nel 1901 venne accolto nel Convento dei Frati Minori Cappuccini di Milano, dove iniziò il noviziato prendendo il nome di Padre Ignazio da Ispra.

Ordinato sacerdote nel 1909, partì missionario per il Brasile dove divenne il parroco di un vastissimo territorio prodigandosi senza mai preoccuparsi della propria salute.

Ciò gli fu fatale, infatti contrasse la lebbra nel 1914 e nel 1923 tornò in Italia per tentare di curarsi, ma ritornò poco tempo  dopo in Brasile riprendendo la sua opera prima in un lebbrosario e poi in un’altra parrocchia.

Nel 1928 si ritirò in una località solitaria dell’entroterra, dove continuò la sua opera missionaria fino al 1934, quando entro in un lebbrosario dove morì all’inizio dell’anno successivo, il 3 gennaio.

Nel 1960 a Ispra venne inaugurato un monumento dedicato a Padre Ignazio, vicino alla chiesa parrocchiale.

Fu nel 1985 che il fondatore di La Famiglia Isprese, Bruno Balzarini, istituì il Premio Ignazio da Ispra, oggi la massima onorificenza cittadina, conferito a cittadini o associazioni ispresi che abbiano agito, nelle loro competenze e azioni, mossi dallo stesso spirito di solidarietà e carità proprie del religioso.

Balzarini, che non solo fu un grande giornalista, ma anche Sindaco di Ispra dal 1995 al 2004, mori il 22 febbraio 2019.

Nel 2021 il premio è stato assegnato da monsignor Luigi Stucchi, vescovo ausiliare emerito di Milano e già vicario episcopale per la zona di Varese, a Mario Aili, grande imprenditore di Ispra e sempre attento e disponibile alle esigenze della comunità, ad Alessandra Serpellini in Magistri, per la sua opera come volontaria dal 1992 al 2019 nell’associazione di volontariato e solidarietà Noi con Voi di Sesto Calende, e alla memoria di Rita Ferrari in Caravati per l’opera di volontariato e assistenza gratuita nella struttura sestese.