Lo stambecco riesce a superare ripide pendenze agevolmente 1

Lo stambecco, animale simbolo dell’inverno, oggi vive nei prati d’alta quota e sulle pareti rocciose del Parco Nazionale Gran Paradiso.

Le differenze tra il maschio e la femmina di quest’animale sono molto accentuate, infatti alla fine dell’autunno il peso medio dei maschi adulti è di circa 90 kg, con una lunghezza media di circa 160 cm, mentre le femmine pesano 35-49 kg e hanno una lunghezza media di 135 cm.

Fisicamente lo stambecco è un animale caratterizzato da corna cave e permanenti, costituite da un astuccio corneo di rivestimento delle ossa.

Le corna nel maschio sono molto più lunghe e grosse e hanno una lunghezza media massima di 92 cm e nelle femmine sono più sottili e corte e sono mediamente lunghe 34 cm.

La dieta dello stambecco è composta esclusivamente da erba fresca nella stagione estiva, mentre si completa con arbusti, germogli, licheni e aghi di conifere nelle altre stagioni.

Fino alla metà del XVIII secolo gli si attribuivano proprietà magiche, infatti si pensava che alcune parti del suo corpo avessero proprietà medicamentose e curative.

Queste credenze portarono a una caccia indiscriminata dello stambecco in modo simile a quanto oggi avviene ancora in alcune parti del mondo con la tigre o il rinoceronte bianco.

Nel 1820 ne sopravvivevano solo un centinaio di esemplari delle Alpi, rifugiati nelle vallate che sarebbero poi diventate il cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso.

Poco tempo dopo Re Vittorio Emanuele I emanò misure protettive nei confronti dell’animale, note come le Regie Patenti, proibendone la caccia e dando di fatto il via al recupero numerico della specie che era ormai destinata all’estinzione.

Allo scopo di tutelare ulteriormente lo stambecco, nel 1856 fu formalmente istituita la Riserva Reale di caccia del Gran Paradiso, che nel 1922 divenne Parco Nazionale.

Circa un secolo dopo si arrivò ad avere una popolazione di circa 3000 esemplari, grazie ai quali negli anni successivi iniziarono i progetti di reintroduzione in diverse località dell’Arco Alpino.

Nella seconda metà del secolo scorso lo stambecco è tornato a colonizzare ampie porzioni delle Alpi e, grazie ai progetti di reintroduzione, si è arrivati ad avere più di 50.000 capi distribuiti su tutta la catena alpina tra le Alpi Marittime e le montagne più impervie della Slovenia.

Oggi in Italia sono presenti circa 4500 stambecchi, dei quali il 70% nelle sole provincie di Sondrio, Aosta e Torino.