Erode il sanguinario3 800x400 1

Il re che fu per sempre legato alla leggenda dei Re Magi…

Erode il Grande nacque intorno al 73 a.C. da padre idumeo, Antipatro, e da madre araba, Cipro, nata a Petra, capitale dei Nabatei.

L’Idumea, compresa tra il regno di Giuda e il deserto del Negev, venne conquistata dagli ebrei e i suoi abitanti convertiti a forza all’ebraismo ai tempi del re asmoneo Giovanni Ircano (135-110).

Nel 67 a.C., quando Erode aveva appena 5 anni, morì a Gerusalemme la regina Alessandra Salome, vedova del re e sommo sacerdote Alessandro Ianneo.

Il più giovane dei due figli del re, Aristobulo II, cercò di impadronirsi del trono, a scapito del fratello maggiore, Ircano II, già sommo sacerdote da nove anni e ne approfittarono i Romani, impegnati in Medio Oriente nella conquista della Siria.

Chiamato in causa , il generale Pompeo, sempre alla ricerca di fedeli alleati dell’impero, assediò Gerusalemme e sconfisse i seguaci di Aristobulo, poi riconobbe a Ircano il titolo di sommo sacerdote, ma non quello di re, e rese la Giudea tributaria di Roma.

Il padre di Erode Antipatro, che Alessandro Ianneo aveva nominato governatore militare della regione dell’Idumea, si era dimostrato un abile mediatore con i Romani e nel 47 a.C. Giulio Cesare lo nominò tutore degli interessi di Roma della Galilea.

Antipatro diventò l’uomo forte del governo giudeo e a quindici anni Erode ricevette dal padre il titolo di governatore della Galilea, stroncando i movimenti patriottici dei suoi connazionali.

Così facendo si conquistò il rancore dei Giudei e la fiducia dei Romani, da Giulio Cesare all’imperatore Ottaviano Augusto, fino a Marco Antonio.

Nel 40 a.C., quando gli acerrimi nemici d’Oriente dei Romani, i Parti, occuparono la Siria, invasero la Giudea e consegnarono il trono al figlio di Aristobulo II. Erode andò a Roma per fare in modo di ristabilire i poteri legittimi.

Il giovane idumeo tornò a casa con il titolo di re di Giudea e un esercito di legionari con cui, nel 37 a.C., prese Gerusalemme e il regno.

Sotto il suo regno, la Giudea raggiunse la massima estensione, fino a coprire metà di Israele e parte di Siria e Giordania.

Attivo anche da un punto di vista culturale, Erode costruì un ippodromo e un anfiteatro a Gerusalemme, accolse nel suo magnifico palazzo diversi dotti greci e fu un grande costruttore: di fortezze e di città.

Nel 20 a.C. diede inizio alla terza ricostruzione e l’ampliamento dell’antico Tempio di Gerusalemme, inaugurato nove anni e mezzo dopo.

Alla fine di marzo o ai primi di aprile del 4 a.C. Erode morì e la debolezza dei suoi successori favorì la sete di potere e ricchezza dei Romani.

La Giudea divenne provincia romana nel 6 d.C., mentre il malgoverno dei prefetti e la crescente avversione dei Giudei per l’aristocrazia inasprirono i rapporti tra i soldati dell’impero e la popolazione.

Il malcontento sfociò nella rivolta del 66 d.C., scatenata dalle fazioni più estremiste, che volevano l’indipendenza politica.

L’imperatore Nerone affidò al generale Vespasiano tre legioni, con l’ordine di riconquistare le regioni in rivolta.

Nel 69, acclamato imperatore, Vespasiano lasciò al figlio Tito il compito di chiudere definitivamente i conti con Gerusalemme.

Alla fine dell’estate del 70, nonostante la resistenza giudea, Tito prese la città, trucidò la popolazione e bruciò il Tempio, mentre 97mila Giudei furono ridotti in schiavitù e dispersi in tutto l’impero.