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Il teatro cuore della musica classica in Sicilia…

Anche prima dell’unità d’Italia si parlava della necessità per Palermo di un nuovo teatro d’opera, al punto che  nel 1859 fu individuata la zona di piazza Marina come sede del nuovo edificio, da intitolare a Ferdinando II di Borbone.

Dopo l’annessione del 1860, il consiglio comunale identificò la zona del nuovo teatro presso Porta Maqueda, procedendo all’esproprio dei terreni dove sorgevano tre chiese e altrettanti monasteri, che erano la Chiesa e Monastero delle Stimmate, la Chiesta e Monastero di San Giuliano, e la Chiesa di Sant’Agata, sul luogo che sarebbe stato quello della casa di Sant’Agata.

Il 10 settembre 1864 il Sindaco Antonio Starabba, marchese di Rudinì, succeduto a Mariano Stabile, bandì un concorso aperto ad architetti italiani e stranieri.

Per limitare il rischio di favoritismi venne formata una Commissione giudicatrice composta dal tedesco Gottfried Semper, progettista della Semperoper di Dresda e impegnato proprio in quegli anni nella creazione della Ringstrasse di Vienna, sul fiorentino Mariano Falcini e sul palermitano Francesco Saverio Cavallari, che aveva insegnato architettura all’Accademia milanese di Brera e in Messico.

La scadenza era fissata al 9 settembre 1866, data poi prorogata di sei mesi per varie ragioni, fra le quali l’imminenza della terza guerra d’indipendenza, i partecipanti furono trentacinque, dodici dei quali stranieri.

Il 4 settembre 1868 la giuria formulò la graduatoria dei primi cinque premiati, dando il primo premio a Giovan Battista Filippo Basile, architetto palermitano, mentre al quarto posto era il progetto di Giuseppe Damiani Almeyda.

La prima pietra del teatro venne posa il 12 gennaio 1875, anniversario della rivoluzione siciliana del 1848, in piazza Giuseppe Verdi, con la partecipazione delle maggiori autorità cittadine e con un discorso del barone Nicolò Turrisi Colonna.

I lavori furono sospesi nel 1878 e ripresi nel 1890, per completarli in tempo per l’Esposizione dell’anno successivo e sempre affidati a Giovan Battista Filippo Basile, che però morì il 16 giugno 1891.

Gli subentrò il figlio Ernesto, anch’esso architetto, che accettò di ultimare l’opera su richiesta del Comune di Palermo, completando anche i disegni necessari per la prosecuzione dei lavori del Teatro.

L’inaugurazione avvenne il 16 maggio 1897 con Falstaff di Giuseppe Verdi, che non era stata mai eseguita a Palermo, sotto la direzione di Leopoldo Mugnone, i prezzi dei biglietti andavano dalle 80 lire dei palchi di seconda fila alle 3 lire del loggione.

I due gruppi bronzei con i leoni che fiancheggiano la maestosa scalinata raffigurano la Tragedia, opera di Benedetto Civiletti, e la Lirica, lavoro di Mario Rutelli, autore anche della Quadriga che sovrasta il Politeama Garibaldi.

Al termine della scalinata, un pronao con sei colonne corinzie accoglie lo spettatore, mentre il fregio in alto dichiara “L’Arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire”.

La cupola che sovrasta la sala è composta da una struttura di ferro coperta da squame bronzee, sovrastata da un grande vaso d’ispirazione corinzia.

Tra i pittori che hanno decorato le sale del Teatro ci furono Ettore De Maria Bergler, Michele Corteggiani, Luigi Di Giovanni, Rocco Lentini, Giuseppe Enea, Enrico Cavallaro, mentre Giuseppe Sciuti raffigurò il corteo dell’incoronazione di Ruggero II nel grande sipario decorato.
Nei primi decenni di attività il teatro fu affidato a imprese private, diverse di anno in anno, fino al 1935, quando con un decreto del Ministro della Cultura Popolare fu proclamato Ente Teatrale Autonomo, e dall’anno successivo assunse la denominazione ufficiale di Ente Autonomo Teatro Massimo di Palermo.

Il Teatro nel 1974 venne chiuso per lavori di ristrutturazione, che si protraggono fino al 12 maggio 1997, quando fu riaperto con un concerto diretto nella prima parte da Franco Mannino e nella seconda parte da Claudio Abbado con i Berliner Philharmoniker.