Sant Orso di Aosta 1

Il 30 gennaio si festeggia il santo protettore della Valle d’Aosta, dalla vita tra storia e leggenda…

Le notizie su sant’Orso sono legate alle tradizioni orali, ma anche a una Vita Beati Ursi di autore sconosciuto, della quale esistono due redazioni, una della fine dell’VIII secolo e la seconda della seconda metà del XIII secolo.

Si racconta che fosse un presbitero aostano, vissuto fra il V e l’VIII secolo, con il compito di custodire e celebrare la santa Messa nella chiesa cimiteriale di San Pietro, dal carattere semplice, dolce, umile, pacifico e altruista.

Orso non si distinse per i suoi miracoli, infatti la sua santità derivava dalla carità per il prossimo, la semplicità e l’umiltà.

Una leggenda dice che per mesi e mesi non aveva piovuto ad Aosta e il santo, preoccupato, fece scaturire colpendo una roccia col suo bastone, una sorgente a Busséyaz, oggi chiamata Fontana di Sant’Orso, che continua ancora oggi a offrire la sua acqua, un tempo considerata miracolosa, in una cappella costruita nel 1649 e restaurata nell’Ottocento.

In un altro racconto, mentre Orso dava da mangiare agli uccellini, passò davanti alla chiesa di San  Pietro, un giovane cavaliere che aveva smarrito il miglior cavallo del suo nobile padrone.

Preso dalla compassione, il santo lo fece entrare in chiesa a pregare, poi gli disse di guardare meglio il cavallo che montava e sorprendentemente il giovane vide era proprio quello che cercava.

Inoltre Aosta fu davvero grata a Orso, quando venne minacciata da una terribile inondazione per lo straripamento del torrente Buthier, infatti il santo, quando tutto sembrava perduto, tracciò sulle acque il segno della croce e queste si fermarono.

Per tutti questi prodigi, sant’Orso è il protettore contro la siccità, le malattie del bestiame, le intemperie, le alluvioni, i soprusi dei potenti, i parti difficili, i reumatismi e il mal di schiena.

Generalmente è raffigurato con il bastone dei priori in mano, perché secondo la tradizione sarebbe stato il fondatore della Collegiata che porta il suo nome.

La Collegiata fu costruita fra il 994 e il 1025 dal vescovo Anselmo d’Aosta, inglobando una chiesetta paleocristiana, dov’erano sepolti i primi martiri aostani, tanto che era detta Concilia sanctorum, poi dedicata a San Pietro e che fu la chiesa di cui era custode e celebrante Orso.

In seguito fu restaurata più volte, ma ha conservato l’antica cripta, con le reliquie del santo, poste in una grande cassa in argento sbalzato, eseguita nel 1359 dal priore Guglielmo di Liddes, che vennero traslate a metà del XV secolo, dall’altare della cripta a quello maggiore della Collegiata.

Sulla cassa sono raffigurati, Cristo tra i santi Orso e Grato, la Madonna tra i santi Pietro e Paolo e un santo diacono.

Il culto di sant’Orso, assai diffuso in Valle d’Aosta già attorno all’anno Mille, dal XII secolo raggiunse anche le diocesi di Torino, Vercelli, Novara, Ivrea, dove sorse poi l’ospizio che porta il suo nome, e poi anche in Savoia, ad Annecy e nel Vallese.