castoro happy groundhog day

Se in Italia è la Candelora il momento in cui si nota se la fine dell’inverno è imminente, negli Stati Uniti e in Canada è l’osservazione di una marmotta a dire se l’inverno sta per terminare o se il freddo è destinato a perdurare.

Infatti il 2 febbraio di ogni anno si celebra  il Giorno della marmotta o Groundhog Day, una festa che ha le proprie radici nelle tradizioni locali che risalgono ai primi coloni di origine tedesca emigrati in Pennsylvania nell’Ottocento, che hanno conservato fino ad oggi molte delle tradizioni del loro paese.

Per sapere che cosa succederà a febbraio, dal punto di vista meteorologico, in questo giorno particolare si deve osservare il rifugio di una marmotta.

Se quando l’animale emerge dalla tana non riesce a vedere la propria ombra perché il cielo è nuvoloso, allora l’inverno finirà presto, ma se invece l’ombra è ben visibile e brilla il sole, la marmotta si spaventerà rientrando subito nella sua tana e in quel caso l’inverno è destinato a durare per altre 6 settimane.

Questa tradizione è molto conosciuta in particolare a Punxsutawney, in Pennsylvania, dove una marmotta in particolare è osservata da appassionati, curiosi e turisti e nel 2018, la sua previsione, rivelatasi poi esatta, fu che l’inverno sarebbe durato ancora sei settimane.

L’epicentro del Groundhog Day è la zona sudest della Pennsylvania, dove le autorità nei paesi della marmotta tengono un discorso, si serve cibo e si ascolta musica.

In questo evento, si deve parlare solo il dialetto tedesco della Pennsylvania e se qualcuno durante la giornata parla inglese, paga una penalità, di solito un nickel (5 centesimi), un dime (10 centesimi) o un quarter (25 centesimi), per ogni parola pronunciata.

Ma oltre i festeggiamenti e degli aspetti folcloristici, cosa c’è di vero nelle previsioni della marmotta? Se per gli organizzatori dei festeggiamenti del Groundhdog Day il roditore da previsioni accurate in oltre il 75% dei casi, un recente studio canadese che ha preso in considerazione 13 città negli ultimi trent’anni sostiene che la marmotta ha ragione solo nel 37% dei casi.