Patti

Una delle vicende fondamentali nella storia della Chiesa del Novecento…

Quando Roma divenne la capitale del Regno d’Italia nel 1870, il governo italiano diede una soluzione unilaterale alla questione romana con la legge delle guarentigie del 1871, che fu respinta dalla Santa Sede.

Con il passare del tempo, la Chiesa si preoccupò di ottenere garanzie per la propria libertà e la propria presenza nella vita del Paese mediante strumenti giuridici.

Nel 1925, consapevole di ciò, Mussolini approfittò della disponibilità manifestata dalle gerarchie ecclesiastiche per ricomporre il contrasto fra Stato e Chiesa.

Le trattative tra governo e Santa Sede cominciarono nell’estate del 1926 in segreto tra incaricati: Domenico Barone dal governo Mussolini e l’avvocato concistoriale Francesco Pacelli quale plenipotenziario per il Vaticano, fratello di Pacelli, poi segretario di Stato e in seguito diventato papa Pio XII, da parte di Papa Pio XI.

L’11 febbraio 1929 Mussolini e il segretario del Vaticano cardinal Gasparri stipularono i patti che prendono il nome dal Palazzo di San Giovanni in Laterano, a Roma, in cui avviene la firma degli accordi.

Lo scambio delle ratifiche si tenne con una solenne cerimonia in una saletta dei Palazzi apostolici, con Mussolini ricevuto con tutti gli onori nella mattina del 7 giugno 1929.

Per il regime fascista i Patti Lateranensi furono un notevole successo, dove la Chiesa acquistò una posizione di privilegio nei rapporti con lo Stato e rafforzò la sua presenza nella società.

Nel secondo dopoguerra, il 25 giugno 1946, si aprirono i lavori della costituente con il compito di scrivere la Costituzione della Repubblica e la Santa Sede intendeva richiamare i Patti Lateranensi nella Costituzione.

Alla fine, dopo un lungo dibattito, gli accordi raggiunti nel 1929 furono riconosciuti nell’articolo 7 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Il Concordato fu rivisto, dopo lunghe trattative, nel 1984, con l’obiettivo di rimuovere la clausola riguardante la religione di Stato della Chiesa cattolica in Italia.

La revisione che porta al nuovo Concordato fu firmata a Villa Madama, a Roma il 18 febbraio, dal Presidente del Consiglio Bettino Craxi, per lo Stato italiano, e dal Cardinale Agostino Casaroli, Segretario di Stato della Santa Sede.

Il nuovo Concordato stabilì che nelle scuole si poteva richiedere l’esenzione dall’ora di religione Cattolica, che tuttavia rimase curriculare mancando l’occasione di rendere, al contrario, facoltativa la frequenza per gli interessati a tale materia.