rabin

Un uomo che fece di tutto per dare speranza al Medio Oriente…

Yitzhak Rabin nacque il 1 marzo 1922, a Gerusalemme e studiò nella scuola di agraria Kadoorie, in Palestina, poi entrò a far parte del Palmach, un’unità speciale del servizio segreto di difesa Haganah.

Durante i sette anni di servizio, si distinse come leader militare, fu anche arrestato dalle forze della Gran Bretagna, dal 1946 al 1947.

Quando venne proclamata la nascita dello Stato di Israele, il Palmach fu sciolto e Rabin iniziò la sua carriera nell’esercito israeliano, prendendo parte ai combattimenti della guerra dell’indipendenza (1948-1949).

Nel 1954, col grado di generale maggiore, fondò la dottrina di addestramento e di comando dell’esercito nota con l’ordine “Seguitemi” e nel 1962, all’età di quarant’anni, fu nominato capo di stato maggiore e promosso tenente generale, il grado più alto dell’esercito israeliano.

Si impegnò a sviluppare una tattica di combattimento basata sul movimento e sulla sorpresa che, applicata durante la guerra dei sei giorni nel 1967 procurò a Israele la vittoria militare sulle forze arabe, rendendolo immensamente popolare.

Nel 1968, dopo ventisei anni vissuti in uniforme, si congedò dall’esercito israeliano e subito dopo ricevette l’incarico di ambasciatore negli Stati Uniti, che mantenne per cinque anni.

Durante questo periodo consolidò i legami bilaterali con la superpotenza e promosse una cooperazione strategica che fruttò a Israele un notevole aiuto militare da parte delle forze americane.

Nel 1973 tornò in Israele, dove alle elezioni generali di dicembre fu eletto membro della Knesset e rappresentante del partito laburista.

Durante il breve governo formato da Golda Meir nel marzo 1974, fu nominato ministro del Lavoro e dopo le dimissioni della coraggiosa politica, con un voto di fiducia della Knesset il 2 giugno 1974 fu chiamato a formare il nuovo governo.

Durante tale mandato, affrontò problemi di politica interna e di politica estera, concludendo un’intesa temporanea con l’Egitto nel 1975, che, tra l’altro, gli permise di siglare un accordo di riconoscimento con gli Stati Uniti.

Nel 1976 ordinò l’operazione Entebbe, mediante la quale forze speciali dell’esercito di Israele riuscirono a liberare i passeggeri israeliani che erano in ostaggio dei terroristi palestinesi nell’aeroporto di Entebbe, in Uganda.

Quando nel 1977 un voto di sfiducia fece cadere il governo,  rendendo necessarie nuove elezioni, Rabin fu nominato candidato premier del partito laburista, ma si scoprì che la moglie Leah, in violazione alle leggi che regolano la circolazione monetaria, possedeva un conto in una banca statunitense.

Lo scandalo che seguì spinse Rabin a dimettersi da leader del partito prima dello svolgersi delle elezioni, poi vinte dal leader dell’opposizione Menachem Begin, ma rimase membro della Knesset e ricoprì l’incarico di ministro della Difesa in due governi di coalizione dal 1984 al 1990, dirigendo le operazioni di sicurezza sui confini israeliano-libanesi che per permettere il ritiro delle truppe israeliane in una stretta zona di sicurezza.

Rabin passò circa due anni all’opposizione, dal marzo 1990 al giugno 1992, fu nuovamente eletto leader del partito laburista nel febbraio del 1992 e, nel giugno successivo, dopo la vittoria elettorale, divenne per la seconda volta primo ministro e ministro della Difesa.

Durante il secondo mandato fece importanti passi avanti nel processo di pace con il popolo palestinese. Dopo aver avuto incontri segreti a Oslo con leader dell’Olp, il 13 settembre 1993 a Washington Rabin firmò con Yasser Arafat la Dichiarazione dei Principi che gli valse, con lo stesso Arafat e al ministro degli Esteri israeliano Shimon Peres, il premio Nobel per la pace del 1994.

Il 4 novembre 1995, durante un raduno a Tel Aviv, Rabin fu assassinato da Yigal Amir, un giovane studente israeliano e al suo funerale di stato, a Gerusalemme, erano presenti leader provenienti da ogni parte del mondo.