Teodora Imperatrice di Costantinopoli

Una donna che lasciò il segno nella storia dell’impero bizantino…

Teodora nacque a Costantinopoli nel 500 d.C., secondogenita di Acacio, il guardiano degli orsi che si usavano nei giochi dell’Ippodromo.

La giovane fu avviata dalla madre, con le due sorelle Comitò e Anastasia, alla carriera nel mondo del teatro, dove si esibiva in scene comiche.

Innamorata del giovane Echelos convisse con lui ma fu poi cacciata di casa, in preda alla disperazione fuggì ad Alessandria, dove seguì i monofisiti Severo di Antiochia e Timoteo abbracciandone la causa, tornò a Costantinopoli e si ritirò dal teatro.

Incontrò subito dopo un nobile patrizio, Giustiniano; lui quarantenne e lei ventitreenne, che fu affascinato dalla sua forte personalità e chiese all’imperatore Giustino, suo zio, di fregiare Teodora di un titolo nobiliare per poterla sposare, essendo proibiti i matrimoni tra nobili e plebei.

Ottenuto ciò e, anche il permesso al matrimonio, Giustiniano sposò Teodora nel 525 d.C., fu poi associato alla guida dell’Impero e, alla morte di Giustino, divenne Imperatore Romano d’Oriente nel 527 d.C.

Nel 532 d.C. le forti tasse imposte da Giustiniano e la ferrea applicazione delle leggi, estremamente dure e severe, da parte del ministro della Giustizia Triboniano avevano esasperato la popolazione.

La città per tre giorni fu messa a ferro e fuoco e Giustiniano ordinò la fuga ma Teodora disse che non sarebbe fuggita a costo di morire, pur di mantenere la corona.

Al comando della difesa del palazzo reale c’era il generale Narsete, che si trovava in situazione di grave difficoltà, in mancanza di rinforzi.

Dopo tre giorni di rivolta, il generale Belisario al comando dell’esercito imperiale arrivò alle porte della città, reduce dalla guerra persiana e seguito dai mercenari.

Gli uomini di Narsete e Belisario fecero strage dei rivoltosi, arrestando Ipazio, nipote di Anastasio I, che era stato proclamato imperatore, e il cugino Pompeo, ambedue furono incarcerati e messi a morte da Giustiniano.

Teodora cercò di conciliare poi le intransigenze delle fazioni religiose, ma un avversario pericoloso fu il generale Belisario, conquistatore dell’Africa settentrionale da cui aveva cacciato i Vandali e che stava combattendo contro i Goti in Italia.

Ma Teodora ottenne le confidenze della moglie di Belisario, Antonina, per conoscere le tendenze della corte.

Il 29 giugno del 548 d.C. Teodora, non ancora cinquantenne, morì, Giustiniano la pianse a
lungo.

Giustiniano morì a ottantatré anni il 14 novembre del 565 d.C.

È ricordato come chi salvò l’Italia e l’Africa dall’arianesimo, la dottrina di Ario che negava la consustanzialità del Padre col Figlio, sostenendo che Gesù era solo un uomo, non identificabile con Dio, per il Corpus Iuris Civilis con cui tramandò la legislazione romana, che è servita da base a tutte le legislazioni future, ma anche per il suo grande amore verso Teodora.