Nella giornata mondiale della poesia, raccontiamo la vita di una donna che diede una svolta alla poesia americana del secondo Novecento…

Anne Sexton nacque a Newton il 9 novembre 1928 da Ralph Harvey, industriale nel campo della lana, e Mary Gray Staples, e crebbe nel confortevole ambiente della middle-class, ma non fu mai a suo agio in quello stile di vita.

Con un padre alcolista e una madre assente, trovò un punto di riferimento in Anna Dingley, una giovane prozia, in seguito la malattia mentale e il ricovero di quest’ultima in un ospedale psichiatrico la segnarono profondamente.

Ad Anne non piaceva la scuola, e la sua incapacità a concentrarsi spinsero gli insegnanti a insistere perché i genitori chiedessero un consulto, ma questi non lo fecero.

Dopo la high school fu iscritta alla Garland School, una scuola professionale, dove s’insegnava a diventare mogli e madri perfette.

Anne non resistette a lungo e, alla fine del 1947, fuggì con Alfred Muller Sexton e lo sposò.

Nei primi anni di matrimonio e con la nascita delle figlie cercò di condurre la vita per cui era stata educata ma, dopo poco tempo, cerco più volte di suicidarsi.

Il nuovo psichiatra che la prese in cura capì che aveva un talento creativo inespresso e la spinse a scrivere.

Nel 1957 s’iscrisse al laboratorio di poesia del Boston Center for Adult Education il cui responsabile, John Holmes aveva una posizione teorica del tutto contraria a quella della Sexton.
Unitasi a numerosi gruppi di scrittura di Boston, la poetessa venne a contatto con nomi come Maxine Kumin, Robert Lowell, George Starbuck e Sylvia Plath.

Nel 1960 fu pubblicato To Bedlam and Part Way Back che ottenne buone recensioni e alcune poesie vennero inserite in diverse antologie.

Nel 1967 Anne ricevette il Premio Pulitzer per la poesia con Live or Die (1966), che si aggiunse a premi come il Frost Fellowship al Bread Loaf Writer’s Conference (1959), al Radcliffe Institute Fellowship (1961), al Levinson Prize (1962), all’American Academy of Arts and Letters traveling fellowship (1963), al Shelley Memorial Prize (1967).

Seguirono inviti per reading ad Harvard, il Guggenheim Fellowship, il Ford Foundation grants e una cattedra alla Colgate University e una alla Boston University.

La reputazione di Anne raggiunse l’apice con Love Poems (1969), una produzione della sua commedia Mercy Street (1969) e i poemi in prosa in Transformations (1972), in cui la voce della poetessa fu più attenta al sociale, più incline a guardare fuori dall’io poetico verso la vita reale.

Le continue cadute in depressione, gli improvvisi stati di trance e i diversi tentativi di suicidio avevano reso la Sexton dipendente dalla terapia, dagli psicofarmaci, dagli amici, come Maxine Kumin e Lois Ames, e dagli amanti.

Nel 1973 la Sexton divorziò dal marito, evento che segnò l’inizio di un declino fisico e mentale, infatti alla solitudine, all’alcoolismo, alla depressione e al rapporto difficile con le figlie si unì il disappunto da parte dei suoi lettori che non apprezzarono le poesie religiose che andava scrivendo.

Il 4 ottobre 1974, dopo aver pranzato con Maxine Kumin, Anne Sexton si uccise con il monossido di carbonio nel suo garage a Boston.