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Quelle immagini, racchiuse in un cerchio rosso, che emergevano inquietanti dalle copertine degli Urania degli anni Settanta, ideate dalla fantasia di un uomo solo…

Karel Thole nacque il 20 aprile 1914 a Bussum, città dei Paesi Bassi a Sud Est di Amsterdam, da madre tedesca, era parte di una famiglia numerosa, con undici tra fratelli e sorelle, di ceto medio borghese,  il padre era agente per alcune industrie europee nelle Indie Olandesi.

Visse l’infanzia fra Bussum e Hilversum, dove frequentò il secondo ciclo di studi.

Seguendo la sua vocazione artistica, Karel studiò alla facoltà di disegno presso la prestigiosa sede del Rijksmuseum di Amsterdam.

I primi anni di lavoro furono indirizzati al campo pubblicitario e cartellonistico, infatti, Thole disegnò manifesti pubblicitari, eseguì ritratti, pitture murali e illustrazioni in bianco e nero per alcuni libri e lavorò alle sue prime copertine.

Nel 1942 sposò Elizabeth, da cui ebbe tre figlie e un figlio, Ernst, stimato attore di teatro e televisione degli anni Settanta, prematuramente scomparso.

Nel dopoguerra l’attività di Thole si diresse verso il mondo dell’illustrazione e dell’editoria, settori che lo consacrarono tra i migliori.

Oltre ad illustrare numerosi libri e periodici olandesi, Karel collaborò, infatti, in quel periodo con più di cinquanta editori differenti, ad esempio furono sue le illustrazioni per la versione olandese della celebre saga di Guareschi Don Camillo.

Pur essendosi affermato, i limiti del mercato editoriale olandese non permisero a Thole di sviluppare al meglio le sue capacità e così nel 1958 si trasferì con tutta la famiglia in Italia, a Milano, dove in quel periodo il mercato editoriale era in forte espansione.

Dopo aver lavorato per alcune case editrici, tra cui Rizzoli, fu con la Mondadori che Thole raggiunse il successo, infatti gli furono affidate le copertine della collana di fantascienza Urania.

Per venticinque anni Karel trasformò le sue infinite idee fantastico-surreali in avvincenti e originali disegni di fantascienza ma con percettibili sfumature horror e comiche, supportate da una tecnica raffinata.

La sua prima copertina fu quella del numero 233, pubblicato il 3 luglio 1960, e i famosi tondi lo resero celebre a un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo.

Contemporaneamente lavorò anche per altri editori europei, tra cui la casa editrice tedesca Heine e realizzò anche copertine per gli Oscar Mondadori, in più di un’occasione legate alla fantascienza, fino ai gialli di Agatha Christie.

Nella seconda metà degli anni Ottanta, a causa di un progressivo e inesorabile peggioramento alla vista, l’attività di Thole si ridusse sensibilmente.

Nonostante questo insormontabile problema, la voglia di disegnare e di scoprire nuove strade del suo lavoro per Karel non venne mai meno.

Iniziò così una nuova maturità artistica, che lo portò, fra molti progetti, a quella che era stata una delle sue prime attività, l’insegnamento del disegno, e nel 1993 si trasferì con la moglie a Cannobio, sul Lago Maggiore.

Sempre lucido e attivo, Karel riuscì caparbiamente a non abbandonare completamente la sua attività, illustrando ancora alcune copertine, alcuni libri ed esponendo mostre personali.

La sua ultima copertina per la collana di Urania fu quella del numero 1330, pubblicata nel 1998.

Karel Thole morì serenamente nella sua casa di Cannobio, la notte del 26 marzo 2000.