Un teatro, ideato all’inizio dell’Ottocento, che è il cuore della scena musicale di Ancona, capoluogo delle Marche.

Alla fine del Settecento la demolizione del teatro La Fenice, situato nei pressi dell’arsenale, privò Ancona di un punto di riferimento della scena culturale locale.

Dopo la caduta dell’impero napoleonico, il 12 febbraio 1819 il Consiglio comunale di Ancona scelse di edificare un nuovo teatro nella zona conosciuta come l’Isola delle Carceri, mentre il progetto fu affidato all’architetto Pietro Ghinelli, noto per la ricostruzione del teatro Nuovo di Pesaro.

L’autorizzazione per il progetto fu rilasciata dal Comune il 9 maggio 1820, e prevedeva all’interno del complesso, oltre al teatro, alcuni locali da dare in affitto, come appartamenti e botteghe, che avrebbero consentito una rendita annua allo scopo di finanziare gli spettacoli.

Per la costruzione del teatro fu modificata la sistemazione urbanistica dell’area, infatti, furono demoliti il quattrocentesco Palazzo del Podestà insieme all’isolato del Filippini con chiesa e oratorio.

Il teatro venne inaugurato sabato 28 aprile 1827 con l’opera di Gioacchino Rossini Aureliano in Palmira, cantata dal soprano Violante Campolese.

Nel 1861, come in altri teatri italiani di quel periodo, fu rinnovato il vecchio apparato decorativo a tempera del teatro di Ancona, poi sostituito da una decorazione composta da legni intagliati e dorati su fondo bianco.

In un Assemblea del 10 marzo 1925, il consiglio comunale di Ancona decise di compiere una lunga serie di restauri all’interno del teatro, dove nell’atrio e sulle pareti della sala furono ravvivati gli ori degli stucchi e le vernici.

Il 1 novembre 1943 la caduta di una bomba danneggiò il tetto del teatro e da quel momento fu sospesa qualsiasi attività.

Anche se nel dopoguerra il teatro risultò non compromesso nella struttura, rimase molto danneggiato dal passar degli anni.

Nel 1956 il teatro venne acquisito definitivamente dal Comune, tramite un accordo con la Società dei Palchettisti, stipulato presso il notaio Franco Ricci.

Dopo l’acquisizione da parte del Comune, tramite un pubblico concorso, fu affidato il progetto di ricostruzione a un gruppo costituito dall’architetto Carlo Montecamozzo, dagli ingegneri Vittorio Picconi e Paolo Zaupa.

Il progetto, che vedeva il rispetto della conservazione della facciata, modificava completamente la struttura interna, inoltre il teatro sarebbe stato allestito anche per possibili proiezioni cinematografiche, con uno schermo a scomparsa.

Alla fine il progetto, redatto nel 1962, concluse l’iter di approvazione solo nel 1968.

Dopo i lavori preliminari, con lo sventramento e la demolizione del vecchio stabile, iniziarono i lavori di ricostruzione, ma il terremoto di Ancona del 1972 impose all’Amministrazione la sospensione dei lavori.

Negli anni Ottanta venne affidato un nuovo progetto di ricostruzione all’architetto Danilo Guerri per il teatro, unitamente agli ingegneri Francesco Zaupa e Vittorio Picconi, che conservava  i prospetti esterni, la scala d’ingresso e il vecchio atrio.

I lavori di ristrutturazione, che furono realizzati su progetto dell’arch. Danilo Guerri, si conclusero nel 2002.

Il teatro, con il nuovo nome di Teatro delle Muse, fu inaugurato il 13 ottobre 2002 con un concerto dell’orchestra della Filarmonica della Scala, diretta dal maestro Riccardo Muti.