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A Torino Palazzo Madama propone,  fino al 29 agosto, la mostra Invito a Pompei, curata dal Parco Archeologico di Pompei e da Palazzo Madama.

Si tratta di un invito a entrare nelle case di Pompei, per scoprire  le atmosfere delle domus romane, come erano arredate, quali oggetti erano usati quotidianamente dai suoi abitanti e come erano decorate e abbellite.

Il percorso espositivo, nella Sala del Senato, si snoda attraverso gli ambienti maggiormente rappresentativi delle case più lussuose della Pompei del I secolo d.C., mostrando la normalità della vita quotidiana alle pendici del Vesuvio.

Nell’atrio c’era il larario, un edicola con altare dedicata al culto domestico, dove erano esposti gli dei tutelari della casa, i Lari, raffigurati come giovani fidanzati, simbolo di prosperità, e altre divinità che proteggevano la famiglia come Ercole, Mercurio, Bacco, Apollo  testimoniati da piccole statue.

Uno di queste era la Mano di Sabazio, con indice e anulare piegati in segno di benedizione latina, soprattutto a favore delle partorienti.

Intorno all’atrio si organizzavano i vari ambienti, di rappresentanza e privati, come il Triclinio, una sala spesso aperta su un giardino, destinata a pranzi e banchetti, dove si mangiava, sdraiati su tre letti disposti a ferro di cavallo, di cui a Torino è presente uno proveniente dalla Casa del Menandro, una domus grandissima che si estendeva per 1830 mq.

Ci sono  bracieri in ferro in cui venivano scaldate le vivande,  tavoli in bronzo e marmo su cui venivano appoggiati, candelabri e lucerne in bronzo finemente lavorati, appliques, dadi da gioco e una splendida coppa lavorata a sbalzo con amorini.

Si passa poi nel Peristilio e nel giardino, dove si riposava dopo il pranzo, in mezzo ad alberi da frutta e ortaggi, che i ricchi abbellivano con fontane, aiuole, ninfei, zampilli d’acqua, statue.

Tra i ninfei più belli vi era quello della Casa del Bracciale in mosaico e pasta vitrea, che rifletteva l’acqua con giochi di luce in un giardino affacciato sul mare, con una decorazione a conchiglie e, al centro, giochi d’acqua, che attraverso una scaletta portavano nella vasca.

E poi c’e il Cubiculum, la camera da letto dove le matrone tenevano gli oggetti da toilettes, specchi, trucchi, creme, profumi, ma anche gioielli, perle e pietre preziose.

La domus pompeiana aveva le pareti con affreschi con volti di maschere teatrali, putti, figure maschili, scene di caccia e mitologiche, paesaggi di mare, divinità, spesso ritrovati nella seconda metà dell’Ottocento e divisi in quattro stili dagli archeologi che raccontano la pittura del tempo. Anche i pavimenti erano bellissimi, con decorazioni a mosaico stilizzate.

Visite guidate a cura di Theatrum Sabaudiae: lunedì ore 11.00; venerdì, sabato e domenica ore 16.30

Biglietti: Intero 12 Euro

Ridotto 10 Euro